Autostrade, il controllo alla Regione

La proposta di Sergio Chiamparino, di affidare alla Regione le competenze del controllo sulle concessionarie autostradali, nell’ambito del processo di rafforzamento dell’autonomia regionale previsto dall’articolo 116 della Costituzione, può diventare un modello per tutto il Nord Italia.

Al di là delle indagini in corso sulla tragedia di Genova, ciò che già emerge con chiarezza è l’inefficacia del sistema attualmente in vigore: non solo sul terreno cruciale della sicurezza delle infrastrutture, ma anche su quello, altrettanto rilevante, in primis a tutela degli utenti, che riguarda la piena attuazione degli obblighi contrattuali dei concessionari e, di conseguenza, la corretta applicazione delle tariffe.

L’idea di spostare a livello regionale una materia che lo Stato ha palesemente mostrato di non saper gestire è un’idea buona, che può anche poggiare su un rapporto di stretta collaborazione con l’Autorità di regolazione dei trasporti, la quale, soprattutto sulla parte relativa ai controlli riguardanti il corretto rapporto tra obblighi contrattuali e regime tariffario, può fornire un supporto decisivo.

Sarebbe anche importante immaginare da subito, per infrastrutture che quasi sempre tagliano trasversalmente più di un territorio regionale, un sistema fondato sulla cooperazione tra le diverse Regioni del Nord Italia, peraltro quasi tutte già coinvolte (certamente Lombardia, Veneto ed Emilia-Romagna) nel processo costituzionale di rafforzamento della propria autonomia.

Non c’è tempo da perdere, l’emergenza del viadotto Morandi va subito affrontata anche guardando all’esigenza di resettare il sistema e di renderlo più trasparente ed efficiente.

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