Non abbiamo Cavour ma Salvini

Caro Direttore,
uscendo da un pranzo di lavoro da Pollastrini ho incrociato una troupe della Rai che stava cercando di riprendere gli effetti del crollo del soffitto in una scuola media superiore. La giornalista mi ha chiesto  quali sono i ponti della nostra Regione più o meno pericolanti. Sono servizi giornalistici importanti e utili alla nostra Comunità.

Una considerazione generale. Negli ultimi 18 anni l’Italia è cresciuta molto poco, meno della metà di quanto cresceva negli anni ’80 e ’90,  il Piemonte ancora di meno. La minore crescita, aggravata dalla crisi che da noi ha raddoppiato gli effetti negativi causa le manovre lacrime e sangue di Monti, ha impoverito il lavoro perché abbiamo una quota di lavoro flessibile, a tempo determinato e part-time, come mai abbiamo avuto prima, ma ha anche impoverito lo Stato perché le entrate sono diminuite. Cosi sono state tagliate le spese di manutenzione e oggi ci troviamo con una bassa crescita economica, con scuole, ospedali, strade e ponti vecchi e da ristrutturare. Il tutto aggravato dalla gravissima diminuzione dei controlli sullo stato delle opere pubbliche.

Avremmo bisogno di crescere di più per fare tante manutenzioni, per difendere il territorio, per fare le cose nuove verso il futuro e invece dappertutto dove ci giriamo troviamo i No: Na alla Tav, No alla Gronda. I nodi e i guasti della ubriacatura del‘’68 stanno tutti venendo al pettine.

Mi viene in mente Moro quando diceva che dopo la stagione dei diritti sarebbe venuta la stagione dei doveri. Quella stagione non è mai arrivata purtroppo. Così come ricordo Cavour che a Vittorio Emanuele, preoccupato delle proteste contro il primo Traforo del Frejus, rispondeva: “Maestà, noi dobbiamo prendere le decisioni anche per quelli che non le capiscono”. Non abbiamo é Cavour né Moro, ma Di Maio e dobbiamo sperare in Salvini che ci salvi la Tav.

print_icon