Delrio ha fallito sulle Province

Graziano Delrio è uno dei dirigenti di punta del Pd. È Presidente del gruppo dei deputati dem, un ruolo tra i più importanti. È stato sindaco di Reggio Emilia, un incarico che credo abbia svolto con impegno, competenza, passione. Credo sia stato lui a chiedere e ad ottenere la fermata dell’Alta Velocità a Reggio Emilia. É stato uno dei principali collaboratori di Renzi e credo che  la sua serietà  e il suo stile, molto diversi da quello del Capo, abbiano  contribuito a dare credibilità alla prima fase del Renzismo.

Se giudichiamo i fatti però, non penso proprio  che lo stesso giudizio possa essere espresso sulla sua esperienza di ministro e di sottosegretario alla Presidenza del Consiglio. Né come ministro dei Trasporti anche se fatto certamente meglio di  Maurizio Lupi (ma ci voleva poco), né come artefice della riforma delle Province che è stata un fallimento. Era stata presentata come la prima di una serie di riforme che avrebbero dovuto segnare la stagione del renzismo e cambiare il volto delle istituzioni, ma si è rivelata un flop.

Lo dimostrano i fatti. Nelle intenzioni la riforma delle Province avrebbe dovuto liberarci da un ente inutile, ridurre i costi della politica, liberare risorse da destinare non più “alla casta” (detto da un partito che governava la maggioranza delle Province Italiane è il segno di quanto diffusa sia l’antipolitica) ma ai servizi. I risultati concreti sono sotto gli occhi di tutti come dimostra l’esperienza piemontese. Una parte del personale é passato alle dipendenze della Regione a seguito della ri-centralizzazione delle competenze. Un’altra a quelle della Agenzia Piemonte Lavoro.

Alle Province, che non sono state abolite come tutti hanno potuto constatare e come invece si era cercato di far credere, sono state negate le risorse per gli investimenti necessarie per gestire le competenze residue che gli sono rimaste. La qualità dei servizi è peggiorata. Esagero? Mi si dimostri il contrario. Per effetto delle norme contenute nella Delrio, la Provincia di Biella rischia il commissariamento.

Il fatto é che tutto ciò era prevedibile, soprattutto da parte di chi come Delrio aveva cognizione della realtà rappresentata da Comuni e Province; oppure da parte di quegli amministratori regionali e locali che invece hanno preferito assecondare la narrazione renziana. Oggi ne paghiamo le conseguenze senza che nessuno tra coloro che ci spiegavano che “non capivamo” abbia ancora avuto l’umiltà di dichiarare che sì la riforma è stata un errore; presupposto per risalire la china.

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