Sulla Tav serve un referendum

Cara Sindaco,

ho deciso di scriverti una lettera aperta perché non mi rivolgo a te come consigliere di opposizione ma come cittadino che vorrebbe condividere con te qualche idea sul futuro della nostra Torino. Sabato scorso hai potuto vedere come sia diventata consistente la parte di torinesi che non apprezza il tuo operato. In piazza c’erano sicuramente cittadini che non ti hanno votato e che hanno trovato l’occasione per una rivalsa. Ma in piazza c’ero anche io che al ballottaggio ho invitato a votare per te. E tanti torinesi del centro destra ti hanno sostenuto con l’obiettivo di metter fine ai disastri del Sistema Torino, a quell’oligarchia autoreferenziale che se ne fregava di chi non faceva parte del gruppo ristretto degli amici degli amici.

Sono però stati sufficienti pochi giorni per vederti a braccetto con gli esponenti di quel Sistema che ti eri impegnata a contrastare e che invece hai coinvolto nella gestione della città. E se erano un disastro prima, sono anche peggiorati nella collaborazione con la tua squadra di una inefficienza imbarazzante.

Sabato in piazza non c’erano solo i sostenitori della Tav ma anche i cittadini insoddisfatti per la gestione urbanistica, per l’incapacità di affrontare i problemi del traffico, delle periferie, della sicurezza, del lavoro.

C’era una Torino ed un Piemonte che vogliono riscatto e apertura, internazionalizzazione e sviluppo, confluiti in Piazza Castello individualmente o in piccoli gruppi di amici: in bici, a piedi, o addirittura in taxi, senza torpedoni attrezzati per trasportare truppe cammellate.

Ma anche rimanendo sul terreno dell’alta velocità ferroviaria l’atteggiamento tuo e della tua squadra non è sembrato per nulla in linea con tutti i principi proclamati dal Movimento 5 Stelle. Hai visto in piazza decine di migliaia di persone e tu hai offerto la disponibilità ad incontrare le sette organizzatrici della manifestazione. E basta. Le sette signore hanno sicuramente dimostrato capacità organizzativa, ma non rappresentano altro che loro stesse e quello stesso desiderio di altre decine di migliaia di persone di veder rinascere la propria città.

Vuoi davvero ascoltare i torinesi? E allora trova il coraggio per un referendum sulla Tav. Tu rappresenti un movimento che ha fatto battaglie per la democrazia diretta, e allora ascolta i cittadini, consultali, lascia che si esprimano liberamente. Senza intermediazioni non super partes. Ascolta i torinesi, non soltanto quelli del Sistema Torino che prima si sono riciclati e ti hanno sostenuta e poi, alle prime difficoltà, ti hanno scaricata e sono tornati all’ovile. È gente così, hai sbagliato a fidarti. E hai sbagliato soprattutto ad escludere tutti gli altri torinesi, la città vera, quella che non frequenta i salotti radical chic e che, proprio per questo, ha spesso idee migliori e capacità superiori.

Ascolta i torinesi, dai loro la possibilità di esprimersi e di decidere sul futuro della nostra città. Tu guidi anche la Città Metropolitana e questo ti facilita il compito di coinvolgere nel referendum anche gli abitanti della Val Susa.

Hai paura di un risultato negativo? È la democrazia. Hai paura che l’informazione sia a senso unico? Non puoi incolpare gli altri per la tua decisione di non comunicare o di farlo in modo pessimo. Ma chiuderti nel tuo palazzo non servirà a cambiare il clima di insoddisfazione crescente. Palazzo Civico non è una torre eburnea e non sei circondata da grandi pensatori. Anche la cultura ha difficoltà di cittadinanza in quelle stanze e l’efficienza proprio non è ammessa.

 Sei il Sindaco di tutti i torinesi. Ascoltali tutti attraverso un referendum.

*Roberto Rosso, capogruppo Noi con l'Italia al Consiglio comunale di Torino

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