L'ambiente non ha colore politico

Il 15 marzo è previsto uno sciopero globale della scuola: gli studenti di tutto il mondo scenderanno in piazza per salvare il pianeta e combattere le cause dei cambiamenti climatici. Ispirati dalla sedicenne svedese Greta Thunberg che dal palco alla Cop24 e a Davos ha parlato in difesa del clima e dell’ambiente, da ogni parte del mondo gli studenti si sono mobilitati dando vita al movimento Fridays for Future. Per lo sciopero di venerdì 15 marzo i ragazzi delle città d’Italia faranno sentire la propria voce per sensibilizzare il mondo sul tema clima. Il riscaldamento globale è un’emergenza che non si può più ignorare e va contrastata per il bene globale.

A fronte di questa lodevole iniziativa e presa di coscienza dei giovani di tutto il mondo, ricordando che i giovani d’oggi saranno i futuri amministratori di domani, non si può che portarne un plauso. Auspicando, che come sembrerebbe già del resto, a nessuno venga in mente di intestarsi politicamente tale manifestazione. Già in questi giorni vi è stato un’imbarazzante tentativo di “mettere il cappello” politicamente parlando a tale iniziativa da parte del Partito Democratico, cappello che non va indossato ma ci si deve muovere amministrativamente in modo parallelo alle richieste che il mondo giovanile sta portando avanti coscientemente, concertando e prendendo spunto dalle loro rivendicazioni.

Ritengo imbarazzante che si voglia darne un risvolto politico a tale manifestazione dato che ho sempre sostenuto che le tematiche ambientali non hanno steccato ideologico di sorta ma devono essere prese in carico con il buonsenso, sia esso amministrativo o governativo. Il tentativo di intestarsene la primogenitura, almeno cosi sembrerebbe, da parte del Partito Democratico se non si parlasse di argomentazioni cosi serie verrebbe da sorriderne. Coloro che con il fu governo Renzi approvarono il cosiddetto Sblocca Italia o che sempre costoro definiti democratici, imponevano il piano di gestione dei rifiuti presso la Regione Piemonte a guida Chiamparino, piano che nasceva già obsoleto, possono come gli altri partiti adoperarsi per portare nuove proposte in genere ma senza arrogarsi meriti non propri.

Auspicando che si lavori all’unisono per lo stesso percorso che dovrà gioco forza dare delle risposte positive nel contrasto ai cambiamenti climatici, ribadisco con forza la neutralità delle politiche che devono contrastare le emergenze ambientali in toto. Siamo oramai ad un punto di non ritorno e voler “piantare una bandierina” politica in tal senso sarebbe un’azione miope e priva di ogni risultato tangibile.

*Gian Carlo Locarni, responsabile nazionale dipartimento ambiente Lega Salvini Premier

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