Ospedale alle Ogr, pessima idea

Gentile Redazione,
scrivo per esprimere un paio di considerazioni critiche in merito alla trasformazione degli spazi Ogr di corso Castelfidardo dedicate a mostre, concerti ed altri eventi culturali, in ospedale temporaneo per fronteggiare l’emergenza sanitaria. È facile immaginare che alla maggior parte dei lettori le mie considerazioni potranno sembrare inappropriate in quanto è fuor di discussione che ogni iniziativa volta a contrastare l’epidemia che ci ha colpito in maniera tanto virulenta è da considerarsi lodevole, tuttavia mi permetto di esprimere il mio punto di vista critico su questa operazione, mettendo in evidenza alcune questioni di ordine economico e sociale, strettamente connesse alla situazione drammatica che si troverà ad affrontare la nostra città nei prossimi mesi.

Dicevo dunque che, l’iniziativa della Fondazione Crt di destinare gli spazi dell’area espositiva a ospedale temporaneo ha suscitato comprensibilmente un coro unanime di approvazione riportate su tutti i mezzi di informazione cittadine, ma come dicevo, a mio avviso si possono legittimamente sollevare concrete obiezioni sulla opportunità di questa operazioni per la nostra città

 Innanzitutto il recupero dell’area Ogr, storiche ex Officine Ferroviarie, inaugurato un paio di anni fa con grande sfarzo di celebrazioni alla presenza delle autorità cittadine, ha significato per Torino , attraverso l’avvio di una rassegna continua di mostre di artisti perlopiù contemporanei, concerti ed altri eventi, la creazione di un nuovo Polo culturale che si è inserito perfettamente in quello sforzo che la città, attraverso le sue istituzioni, sta portando avanti dal periodo post-olimpico con alterne fortune, estremamente dinamico negli anni seguenti alle Olimpiadi, più difficoltoso ultimamente a causa della crisi economica, per dare una svolta alla sua immagine, perdurante dagli anni 50, di città fabbrica.

Ora, considerando che dal primo giugno sono annunciate le riaperture dei musei su tutto il territorio nazionale ma, come dichiara in una recente intervista alla rivista Art Tribune il Direttore Artistico delle Ogr Nicola Ricciardi, l’attività espositiva del polo, resterà ferma per parecchi mesi, la nostra città non potrà contare, chissà fino a quando, su un polo culturale capace di attrarre sin dall’inizio migliaia di visitatori, con evidenti ricadute economiche sul territorio, cosa di cui Torino avrebbe grande necessità, per dare ulteriore impulso al settore turistico in particolare e alla sua economia in generale, già in difficoltà prima dell’emergenza sanitaria.

Altra considerazione. Nello spazio compreso tra l’area espositiva e l’area Ogr Tech che fortunatamente è potuta già ripartire, trova posto l’area Snodo, costituita da bar e ristoranti; una realtà economica dove lavoravano una ottantina circa di dipendenti, perlopiù giovani. Sin dal suo avvio, concomitante con l’inaugurazione di tutto il complesso, questa realtà, oggetto di un evidente investimento economico, attraverso bar, ristorante, ristorante premium, si è imposta come punto di riferimento nel settore della ristorazione e come punto di aggregazione per i giovani torinesi ed ora pare difficile immaginare come possa riprendere la sua attività accanto ad una struttura ospedaliera dedicata al recupero dei malati Covid.

Concludo quindi chiedendo alle istituzioni cittadine e ai vertici della Fondazione Ogr se, in una città come Torino dove sono presenti almeno un paio di ospedali dismessi negli ultimi anni, vedi Maria Adelaide e ospedale Valdese, ampi spazi attualmente abbandonati penso a Torino Esposizioni, nonché una quantità di aree industriali dismesse, la scelta di destinare ad ospedale gli spazi delle ex Officine Ferroviarie, con la conseguenza di privare la nostra città di un importante polo di attrazione culturale con relativo indotto economico, nonché di mettere in difficoltà una realtà economica che occupa circa ottanta giovani lavoratori, in un momento in cui si pone in risalto da parte di pressoché tutti gli organi di informazioni, che all’emergenza sanitaria seguirà una devastante emergenza economica occupazionale, sia stata una scelta ponderata e opportuna.

Sentitamente ringrazio

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