Bonus Covid, ping pong indegno

Come avevamo previsto e comunicato serve una modifica normativa nazionale per permettere di pagare il bonus Covid previsto dalla regione Piemonte agli operatori sanitari. Ricordiamo che la Ragioneria dello stato ha fatto dei rilievi circa l’interpretazione della norma da parte della regione bloccando di fatto l’erogazione del fondo  e della legge regionale che lo prevede. A quanto dichiarato dall’assessore alla sanità anche la stessa avvocatura regionale  ha confermato l’impossibilità di procedere con i pagamenti se non ci sarà la modifica di interpretazione della norma nazionale, nonostante il governo abbia dichiarato formalmente che non intende impugnare il provvedimento.

Apprendiamo inoltre dalle dichiarazione dell’assessore che il ministro della sanità si è impegnato affinché venga attuata la modifica normativa necessaria a sbloccare l’incresciosa situazione.
A pagare il prezzo di questa diatriba siamo noi che ad oggi non abbiamo visto un euro ne quelli previsti dallo stato, 18 milioni destinati al solo personale sanitario direttamente coinvolto, 18 milioni che forse come avevamo chiesto andavano subito erogati a coloro i quali erano destinati, ne tanto meno quelli previsti dalla regione i 37  dalla legge regionale atti ad implementare il fondo destinandolo a tutti gli operatori in un unico accordo.

Non ci illudevamo di passare una estate ricca dopo quello che abbiamo passato, vista la mancetta una tantum che ci daranno ma almeno speravamo di non essere presi nuovamente in giro. Questo ping pong tra regione e governo ci offende ulteriormente, questo scarica barile di responsabilità e vergognoso, questa melina è insopportabile.

Speriamo di  sbagliare se affermiamo che non vedremo nulla a breve visto che ad agosto chiuderanno come sempre le istituzioni politiche mentre noi lavoreremo cercando di mettere insieme i pezzi dello tsunami che è passato con le acque che ancora non si sono del tutto ritirate.

Ricordiamo però che quando riaprirete noi saremo li ad aspettarvi e questa volta saremo ancora più duri e più incisivi trasformando l’autunno in una stagione ancora più calda di quella che sta passando e non ci accontenteremo della mancetta.

*Francesco Coppolella, segreteria regionale NurSind Piemonte

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