Con Renzi verso il futuro

Tra noi non c’è stata contrapposizione tra “vertici” e “base”, perché tutti si sono messi a servizio, dal volantinaggio al presidio dei seggi. Questo non esclude che ci sia stata dialettica, anzi essa è stata utile. Il nostro è un grande progetto

Caro Direttore,

le primarie del centrosinistra hanno fatto emergere una novità rilevante, l’esistenza di un’area, che rappresenta il 40% di tutto l’elettorato di centrosinistra e circa il 45 % del Pd, che condivide la proposta politica portata avanti da Matteo Renzi:  una proposta che alcuni hanno definito liberal democratica (vedi Fasano e Rodriguez su qdrmagazine.it), altri di partito a vocazione maggioritaria, di superamento della logica del Pd come Pci 2.0, di partito orientato al futuro piuttosto che ripiegato su vecchi pregiudizi e tabù ideologici, di un partito rinnovato nella classe dirigente e nello stile di fare politica.

 

Noi abbiamo creduto e crediamo in questa proposta e nella persona che la incarna, il sindaco di Firenze e abbiamo contribuito, sul territorio della provincia di Torino, a divulgare queste idee e a creare le condizioni perché potessero affermarsi. Siamo persone che giungono da strade diverse, con storie e culture diverse, con diverse posizioni circa la politica e questo Pd, ma tutti accomunati nel credere in questo grande progetto di rinnovamento del Paese. Abbiamo cercato in due mesi di conoscerci e di darci un’organizzazione in grado di tenere insieme tutti e di fare fronte all’altro competitor, che poteva godere del sostegno del 90% della struttura di partito nonché del 100% degli amministratori impegnati nella Giunta del Comune di Torino e in quella della Provincia.

 

Pensiamo di avere fatto un buon lavoro, visti i risultati. Dobbiamo migliorare certo, ma – nonostante avessimo di fronte un esercito temibile – ci pare di non aver affatto sfigurato alla nostra prima apparizione. Tutte le cose realizzate in questi due mesi le abbiamo decise insieme. Di tutto ciò che è avvenuto condividiamo meriti ed eventuali responsabilità. Non c’è stata contrapposizione tra “vertici” e “base”, perché tutti si sono messi a servizio, dal volantinaggio al presidio dei seggi. Questo non esclude che ci sia stata dialettica, anzi essa è stata utile.

 

Nessuno di noi ora vuole usare pro domo propria il capitale politico accumulato dalla proposta di Matteo Renzi. Non abbiamo rivendicato quote o fatto accordi sottobanco, ma abbiamo chiesto primarie per la selezione dei parlamentari perché crediamo che la sovranità appartiene al popolo, come dice la nostra Costituzione, e non alle segreterie dei partiti. Continueremo ad impegnarci per far sì che il nostro progetto di Italia e Pd, diverso da quello che ha vinto le primarie, possa affermarsi. Lo faremo ciascuno di noi con le proprie sensibilità e con i propri ruoli: chi nelle istituzioni, chi nel partito e chi nella società civile attraverso i comitati. Ma con un solo obiettivo: creare le condizioni perché il sogno che abbiamo avuto possa realizzarsi, per il bene del Paese.

 

* il Coordinamento provinciale dei Comitati Renzi: Gigi Brossa, Diego Castagno, Pino Catizone, Silvia Fregolent, Davide Gariglio, Stefano Lepri, Davide Ricca

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