Da Milano una luce per il Piemonte

Il declino del vecchio modello lombardo al quale anche la nostra regione a trazione leghista si è ispirato apre a nuove prospettive. E finalmente possiamo sperare di voltare pagina

In Lombardia si sono svolte le elezioni primarie del centrosinistra per scegliere il candidato Presidente che interromperà il quasi ventennio di governo Formigoni e forse segnerà anche un’alternanza col centrodestra. Non serve qui ricordare quanto importante sia, specie a livello economico, questa Regione e vorrei invece marcare l’attenzione sul declino di un modello politico al quale anche il Piemonte si è ispirato: è innegabile che il mix fra leghismo, Comunione e Liberazione, e grandi potentati finanziari abbia dominato la scena meneghina attraendo così tanti soldi e potere da affascinare e condizionare pesantemente anche i politici piemontesi, fino alla definitiva consacrazione rappresentata dalla giunta Cota.

 

Sono convinto che la collaborazione con le altre regioni sia non solo utile, ma ormai indispensabile se non vogliamo imboccare definitivamente la strada della marginalizzazione politica ed economica, ma contesto fortemente sia la subalternità rispetto a Milano (un esempio per tutti: la fusione Intesa San Paolo), sia l’adesione ad un modello che probabilmente gli stessi lombardi stanno già abbandonando. Gli esempi sono davvero tantissimi, ma per brevità provo a citarne solo tre, e richiamandoli per sommi capi. Sanità. Comincio da questa perchè rappresenta la gran parte del bilancio della Regione, e perchè proprio Cota inaugurò il suo “regno” lodando il modello lombardo, dove il privato (in convenzione) gestisce quasi la metà dei servizi sanitari, basati sulla concentrazione negli ospedali; scandali, mazzette, corruzione ed enormi buchi finanziari hanno iniziato a scoperchiare un sistema che evidentemente non funziona così bene, ed il cui scimmiottamento sta portando in Piemonte ad altrettanti scandali, mazzette, corruzione, ed enormi buchi finanziari. Politica. Con una battuta si potrebbe affermare che ormai al Pirellone per risparmiare potrebbero fare una succursale del carcere di San Vittore...

 

Anche qui a lungo abbiam dovuto sentire le lodi di quanto quelli fossero efficienti e rispettati a livello nazionale, insomma un ottimo modello da seguire, e così per non sentirci da meno Palazzo Lascaris ha avuto la sua bella dose di arresti ed indagini. Trasporti. Ma è davvero così difficile avere autostrade e ferrovie in cui i pendolari non subiscano continui rincari e disagi? Guarda un po’ anche qui troviamo gli stessi pericolosi intrecci, e anche qui assistiamo alla deriva di un modello lombardo fino a ieri indicato come esempio da seguire (e a cui svendere). L’elenco sarebbe tristemente lungo, e potrebbe continuare con diritto allo studio, cultura, industria, turismo, ricerca,... Intendiamoci, non è tanto utile capire chi abbia fatto peggio, quanto prendere atto che questo modello politico-economico non regge più. In Lombardia stanno voltando pagina. E noi?

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