Una lobby politica per il Piemonte

Non unire le forze politiche, sociali, economiche e istituzionali in questa fase sarebbe un atteggiamento irresponsabile e autolesionistico. Serve mettersi insieme per sopperire alla mancanza di nostri esponenti nel Governo

La crisi, come tutti sappiamo, morde anche e soprattutto in Piemonte. Tutti i settori produttivi richiedono, giustamente, interventi urgenti e tempestivi pena la chiusura delle imprese e delle aziende con enormi ricadute negative sul fronte dell'occupazione. E la politica, altrettanto giustamente, è la prima ad essere interpellata. A tutti i livelli.

 

Ora, èinutile nasconderlo con escamotage e furberie di vario genere. L’assenza di esponenti piemontesi dal Governo nazionale purtroppo la paghiamo. E la paghiamo cara.  E’risaputo, del resto, che Ministri e Sottosegretari - al di làdel loro peso e al di làdei singoli carismi - esercitano il loro mandato istituzionale e di settore ma sono, anche e soprattutto, espressioni delle regioni da cui provengono. Sotto questo aspetto, anche se il confronto puòapparire improprio, èappena sufficiente ricordare l'esperienza dei Ministri e dei sottosegretari democristiani del passato - un partito, la Dc, che conosceva bene il Governo ma conosceva con altrettanta precisione la rappresentanza del territorio - per arrivare ad una semplice conclusione:  la loro scelta era riconducibile alla competenza ma senza mai dimenticare il loro radicamento territoriale. Mai disgiunti. Mai scollegati. La questione èmolto semplice. Non esiste un Ministro o un Sottosegretario che si disinteressa di ciòche capita nella propria Regione di appartenenza.

                               

Ora, senza rivangare il passato, l’unica soluzione passa attraverso la ricostituzione della cosiddetta “lobby parlamentare”. Tema già affrontato negli anni scorsi con scarsi risultati però, se non per i grandi eventi che hanno coinvolto Torino e il Piemonte. Certo, conta molto anche il clima e il contesto politico del momento. Le cosiddette “larghe intese” adesso possono favorire il decollo di una lobby politica capace di incidere con maggior forza rispetto al peso del solo partito. Ma non facciamoci soverchie illusioni. Le lobby, sempre che nascano e che funzionino, non sostituiscono mai una mancata rappresentanza di governo. E le lobby, oltretutto, richiederebbero una comunitàdi intenti politica e programmatica che non può che essere estemporanea e momentanea. Anche perché, prima o poi, gli interessi politici divergono e, del tutto legittimamente, emergono le prioritàdei singoli partiti.

 

Tuttavia, adesso l'emergenza è forte e il Piemonte rischia veramente il collasso. Non unire le forze politiche, sociali, economiche e istituzionali in questa fase sarebbe semplicemente un atteggiamento irresponsabile nonchéautolesionistico. Ecco perchéchi parla oggi della necessitàdi attivare al piùpresto una “lobby politica e istituzionale”coglie nel segno. Sapendo, comunque, che èsolo e sempre un rimedio - o un ripiegamento - rispetto ad una adeguata e qualificata rappresentanza piemontese al Governo nazionale.

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