Torino Pride: radicali, da festa di orgoglio a partito politico

I radicali e +Europa, per la prima volta, non parteciperanno al Torino Pride che questo pomeriggio sfilerà per le strade del capoluogo piemontese. "Quanti di quelli che oggi sfilano hanno letto il manifesto politico che guida l'iniziativa? Io l'ho letto e certamente non ci sarò. Anno dopo anno questa manifestazione dell'orgoglio e della libertà per ogni tipo di orientamento sessuale, per chiedere pari diritti per tutte le coppie, è sfociata a tutti gli effetti in una sorta di partito politico ideologizzato". Commenta così in una nota Igor Boni, presidente dei Radicali Italiani, che chiede un confronto con il coordinamento del Pride. "Il manifesto tratta di tutto, esula dal tema che ha guidato i pride in decenni e si trasforma in un programma di partito. Dico agli organizzatori: uscite da questa ipocrisia e presentatevi alle elezioni, sarebbe molto più corretto. Nel merito del minestrone di proposte posso affermare di concordare con molte e che in decenni di lotta su quei temi non ho visto molti mobilitarsi", aggiunge Boni. Il presidente del Radicali Italiani sottolinea come nel documento, nel capitolo dedicato al conflitto bellico, non venga citata Israele e la liberazione di ostaggi "molti dei quali sono stati uccisi e rapiti mentre festeggiavano in una sorta di Pride" e come si mettere sullo stesso piano russi e ucraini. "Non si dice nulla della differenza abissale, incommensurabile, che esiste tra la democrazia di Israele, Gaza e Cisgiordania nel trattamento delle persone Lgbtqia+, senza nulla togliere alle responsabilità gravissime del governo di destra israeliano - afferma Boni - Non si dice nulla sulla differenza altrettanto abissale che esiste su questi temi tra il regime di Mosca e la democrazia ucraina attaccata da Putin". 

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