Con Cirio parte il civismo politico

La lista civica del presidente Alberto Cirio è terza in Piemonte dopo Fratelli d’Italia e Partito democratico e seconda nella coalizione guidata dallo stesso Cirio. Un risultato politico straordinario con picchi elettorali importanti e del tutto inaspettati come a Cuneo, Torino, Biella e Asti. Un consenso significativo perché accompagnato da un progetto politico altrettanto credibile. E questo è certamente legato alla popolarità e al buon governo riconducibili al Presidente Cirio.

Ma è anche indubbio che il civismo politico interpretato da questa lista ha fatto la differenza. E i cittadini piemontesi hanno colto la profonda differenza politica tra un civismo inteso come banale prolungamento dei partiti e un civismo che, al contrario, è stato percepito come espressione concreta dei territori e di chi li amministra quotidianamente. E la conferma è arrivata puntualmente dal voto elettorale. Ora, e di conseguenza, si tratta di fare il salto di qualità non disperdendo un patrimonio di consenso, di esperienze, di adesione spontanea e di competenze che può contribuire a rinnovare l’intera politica subalpina. Del resto, proprio con l’amministrazione Cirio si è verificato un rinnovato radicamento dell’Ente Regione nei territori, anche in quelli più periferici. E quella, forse, è stata la molla che ha innescato l’iniziativa di dar vita ad una formazione civica che si confrontasse concretamente di fronte agli elettori. E la lista civica, seppur non riconducibile direttamente ai partiti, è indubbio che avrà una forte valenza politica.

E questo non soltanto perché c’è un gruppo consiliare, una presenza nell’esecutivo regionale e un radicamento in tutte le province piemontesi. Ma anche per la semplice ragione che c’è la necessità di ricollegare le mille esperienze civiche disseminate in tutto il Piemonte con le istituzioni. E, sotto questo versante, la valenza e il profilo politico di questa esperienza si rendono semplicemente indispensabili. Certo, dopodiché tutti sanno che il “valore aggiunto” della candidatura di Alberto Cirio ha rappresentato l’elemento di maggior forza di questa lista.

Ma è anche vero che il consenso ricevuto nelle varie province piemontesi attraverso le preferenze dei vari candidati confermano che c’è una classe dirigente diffusa e ramificata che va, comunque sia, valorizzata e potenziata. E che rappresenta, checché se ne dica, una risorsa importante per il rinnovamento della stessa politica. Perché si tratta di una esperienza che parte realmente dal basso e che non è il frutto di una iniziativa pianificata e decisa a tavolino dall’alto.

Ecco perché la lista civica che si riconosce nel presidente Alberto Cirio è un contributo potente e di qualità anche per il futuro politico del Piemonte. E ogni qualvolta si parla di qualità e di autorevolezza della classe dirigente la politica deve giocare un ruolo decisivo e determinante. Ma una politica che sappia recuperare i tasselli migliori di un vero mosaico democratico e costituzionale. E cioè, radicamento nei territori, conoscenza dei problemi, esaltazione del metodo democratico, classi dirigenti non nominate dall’alto ma frutto di una selezione dal basso e in ultimo, ma non per ordine di importanza, la credibilità e la serietà di chi vuole rilanciare concretamente la partecipazione popolare attraverso l’impegno e la militanza politica.

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