PADANIA

Maroni frena sulla “promozione” di Cota

Il leader del Carroccio disegna il nuovo vertice con la nomina di tre vice. Nella troika di via Bellerio entreranno i segretari di Veneto (Tosi) e Lombardia (Salvini) ma non il governatore piemontese. In attesa del benservito che arriverà al congresso “nazionale”

Lunedì, al Consiglio federale, Roberto Maroni disegnerà la nuova prima linea di comando che governerà la Lega fino alla sua successione. Il primo atto sarà quello di sostituire gli attuali suoi tre vice – bravi ragazzi, ma un tantino “evanescenti” – con i segretari delle “nazioni” che compongono la Padania: Lombardia, Veneto e Piemonte. Ma mentre per le prime due regioni non ci sono ostacoli - Flavio Tosi prenderà il posto di Federico Caner e Matteo Salvini subentrerà a Giacomo Stucchi – la rappresentanza piemontese verrà, con ogni probabilità, “congelata” in attesa dell’esito del congresso straordinario di luglio nel quale Roberto Cota perderà la leadership. Da qui le cautele di via Bellerio a “promuovere” il presidente della Regione nella troika che, tra l’altro, avrà il compito di costruire i nuovi assetti in vista dell’annunciato disimpegno del neo governatore lombardo.

 

Nonostante le insistenze del governatore – che è ancora segretario “nazionale” del partito – l’orientamento di Maroni parrebbe essere quello di riconfermare, seppur temporaneamente, Elena Maccanti, l’ex assessore da sempre considerata “fedelissima” di Cota. Una decisione salomonica in attesa della competizione congressuale nella quale al momento si fronteggiano fa una parte lady Calderoli, la presidente della Provincia di Cuneo Gianna Gancia (gradita a Cota), e il “ribelle” Enrico Montani, ex senatore verbanese diventato in poche settimane catalizzatore del malcontento ampiamente diffuso nel Carroccio piemontese.