Crc, la rivolta rosa complica i giochi sul vertice

Ultime fasi della partita per il rinnovo della presidenza della fondazione cuneese. Le divisioni del centrodestra sembrano favorire la riconferma di Falco. Ma spunta l’ipotesi Costa

CENTRODESTRA in ambasce

Sul rinnovo del Consiglio Generale della Fondazione Crc avanza l’onda rosa, grazie alle prese di posizione da parte delle donne che ricoprono importanti ruoli istituzionali. La prime è senza dubbio Gianna Gancia, presidente leghista della Provincia, che ha già espresso il suo pensiero avanzando la candidatura del senatore Giuseppe Menardi. Ipotesi credibile considerando il peso politico dell'ex coordinatore provinciale di Fli, repentinamente tornato sui suoi passi e “responsabilmente” ravveduto. Restano però le perplessità di alcuni esponenti del Pdl, su tutti il sottosegretario Guido Crosetto, nonostante il ritorno di Menardi alla corte di Berlusconi. E le divergenze che dividono le forze del centrodestra potrebbero risultare decisive per la conferma di Ezio Falco, fortemente sponsorizzato dal sindaco di Cuneo e in generale dai componenti della giunta comunale.

 

Ma il conflitto resta aperto anche sulle nomine del Consiglio Generale e nei confronti del primo cittadino Alberto Valmaggia è partita un'offensiva che sarà discussa in settimana. La consigliera di maggioranza Liliana Meinero ha presentato un'interpellanza che riguarda la rappresentanza femminile nel Consiglio della Fondazione Crc. Si legge nel documento, a proposito della scarsa considerazione delle candidature femminili, che «questo comportamento va contro i principi democratici di cui all’Art. 3 della Costituzione».  Secondo la Meinero «è necessario sviluppare una cultura rispettosa delle leggi e della popolazione intera e intendo qui dar voce a tutte le donne che insieme con la sottoscritta combattono ogni giorno per far sì che siano riconosciute a tutti i livelli le loro capacità e siano loro offerte tutte le possibilità al pari degli uomini». Insomma, un'altra grana per Valmaggia, chiamato a gestire una situazione ad alta tensione come ultimo atto del suo secondo mandato. Oltre ai malumori interni al Pd e alle rivendicazioni dell’ex sindaco Elio Rostagno, al quale non è stato garantito in automatico un posto in Fondazione, ora anche la rivolta delle donne capeggiata dalla Meinero.

 

Tornando al centrodestra l’assessore provinciale e vicecapogruppo in consiglio comunale, Beppe Lauria, ha chiesto la convocazione del direttivo del Pdl. In riferimento alla posizione assunta da Ugo Sturlese, ex consigliere della Fondazione Crc e convinto sostenitore del ricambio generazionale, Lauria spiega che «pur condividendo la necessità di un rinnovamento (ma non necessariamente anagrafico), comprendo però che auspicare in maniera astratta la non ingerenza della politica sia di fatto un puro esercizio di retorica. Da cuneese, oggi come ieri, credo infatti di poter elencare con un margine di errore vicino allo zero, come peraltro gran parte dell’opinione pubblica, i nominativi dei designati e, in caso di rielezione dell’attuale presidente, anche dei successivi surroganti». L’assessore aennino rivolge poi un appello al Pdl e invita i vertici del partito a prendere una posizione forte e chiara. «Ci sono esponenti in grado di raccogliere la sfida per la presidenza della Fondazione Crc: Menardi, appunto. Ma penso anche ad un nome capace di garantire una convergenza tra le diverse parti in gioco: quello stesso Raffaele Costa, che, da presidente della Provincia, ha saputo raccogliere consensi, in termini di capacità acquisite ed esperienza amministrativa, anche da parte del centrosinistra». E ciò nonostante che Lauria abbia recentemente invitato l’onorevole Costa a fare un passo indietro dallo scenario politico. La presidenza della Fondazione sarebbe un ottimo diversivo. E considerando l’incapacità del centrodestra di sostenere un unico candidato, la situazione sembra favorire la rielezione dell'attuale presidente Falco.

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