POTERI FORTI

Snob e snobbati al ballo delle Fondazioni

Delegazione piemontese a ranghi ridotti quella che ieri si è presentata al Palazzo della Cancelleria per la giornata del risparmio. Hanno dato buca Chiamparino, Palenzona, Salza e Gros Pietro. Molto attivo (e ricercato) nei corridoi Ambrosini

Come nella celebre battuta morettina, li si è notati per la loro assenza mentre i pochi presenti se ne sono stati in disparte. Delegazione a ranghi ridotti, ieri a Roma, al Palazzo della Cancelleria, dove si è riunito come ogni anno il gotha del mondo bancario e finanziario per celebrare la Giornata mondiale del risparmio, giunta quest’anno alla 89esima edizione. All’incontro, organizzato nei minimi dettagli dal padrone di casa Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri e di Fondazione Cariplo, c’erano tutti o quasi. Sul palco, accanto a Guzzetti, il ministro dell’economia Fabrizio Saccomanni, il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco e il presidente dell’Abi Antonio Patuelli. Nel parterre un po’ della politica che molto contava e qualcosa ancora conta, da Gianni Letta a Pier Ferdinando Casini, seduto accanto a “sua santità” Giovanni Bazoli, numero uno di Intesa San Paolo e regista della recente cacciata di Enrico Cucchiani (che ovviamente non si è fatto vedere). Subito dietro di loro Carlo Messina, che di Cucchiani ha appena preso il posto, vicino ad Alessandro Profumo, sempre più alle prese coi problemi che affliggono il Monte dei Paschi di Siena. Poco più in là Federico Ghizzoni di Unicredit e Franco Bassanini, presidente di Cassa Depositi e Prestiti, più volte chiamata in causa da Guzzetti nella sua relazione per elogiarne i recenti interventi.

 

La pattuglia piemontese, come si è detto, si è segnalata per le presenze ma soprattutto per le assenze, a cominciare da quella di Sergio Chiamparino, che dopo l’interrogatorio in Procura del giorno prima non aveva evidentemente granché voglia di occasioni pubbliche e si è fatto rappresentare dal suo vice Luca Remmert. Hanno dato buca anche Fabrizio Palenzona e Gian Maria Gros Pietro, entrambi di solito in prima fila ma ieri, evidentemente, impegnati altrove. Nessuna traccia neppure di Enrico Salza, oggi riparato nel buen retiro di Fideuram. Presente invece, anche se per una toccata e fuga, Michele Vietti, in scadenza come vicepresidente del Csm e quindi un po’ in ansia, nonché, fra i politici nostrani, un Mauro Marino quasi incredulo di poter stare in prima fila (privilegio che gli spetta come presidente della Commissione Finanze della Camera). Un paio di file dietro altri due piemontesi, l’uno accanto all’altro: Renato Cambursano, ex Fondazione Crt e Cassa depositi e Prestiti, e Stefano Ambrosini, al secondo mandato in Compagnia di San Paolo, a detta di qualche insider fra i consiglieri più influenti, se è vero – come si sussurra – che il professore torinese è stato determinante sia nella cooptazione di Franca Fagioli e sia nella scelta, come successore di Gros Pietro, di Alberto Dal Poz, presidente dell’Amma, entrato nel comitato di gestione per il rotto della cuffia battendo sul filo di lana l’assai più attempato Enrico Filippi, “bruciato” proprio dall’asse fra il mondo camerale e Ambrosini. Non a caso il Chiampa, che non è nato ieri, ha capito che è molto meglio averlo amico che nemico e se lo tiene ben da conto, tanto più di questi tempi…