BATTERE CASSA

“In fumo 350 milioni di fondi europei”

Grido d'allarme del Pd in Regione: "Penalizzati rispetto a Lombardia e Lazio". Il Piemonte rischia di perdere il 19 per cento di queste risorse destinate a progetti di sviluppo. Pichetto: "Polemica pretestuosa, riparto su tabelle Istat, trattativa neppure iniziata"

“Rischiamo di perdere 350 milioni di fondi strutturali europei”. Il grido d’allarme è di Aldo Reschigna, capogruppo in Regione del Pd che questa mattina aveva chiesto la presenza del presidente Roberto Cota in aula per discutere dei Fondi strutturali europei. Il governatore, però, in un Palazzo Lascaris assediato da tv e giornalisti alla ricerca vana di dichiarazioni sull’inchiesta Rimborsopoli, non si è visto, e il rischio che quelle risorse vadano in fumo è sempre più concreto.

 

«Dei 2100 milioni di euro della scorsa tornata di Fse e Fsr, il Piemonte nel prossimo piano 2014-2020 rischia di perderne 350, il 19,5 per cento in meno - denuncia Reschigna -. Altre regioni incrementano invece la loro dotazione, la Lombardia addirittura del 53,2 per cento, il Lazio oltre il 17 per cento in più. Siamo al paradosso: nel nord Italia il Piemonte è la Regione che sta pagando di più la crisi economica in termini di recessione e disoccupazione, eppure vengono premiate le Regioni più forti a scapito delle più deboli». Si tratta di risorse che la Comunità Europea stanzia per progetti di sviluppo e infrastrutture, dei quali il territorio piemontese avrebbe un gran bisogno per rilanciare l'economia e l'occupazione sul territorio. Di qui l’appello al governatore: «E’ evidente la necessità di un pronto intervento del presidente Cota, che su questo ha mantenuto la delega, in sede di conferenza Stato-Regioni dove si stanno definendo i criteri del riparto. Come gruppo Pd chiediamo che la Regione Piemonte non firmi l’intesa a queste condizioni e riapra la trattativa, dato che occorre l’accordo tra lo Stato e tutte le Regioni».

 

Di "polemica pretestuosa" parla Gilberto Pichetto Fratin, vicepresidente della giunta Regionale: «Il calcolo si basa sul riparto predisposto su tabelle Ista che, come è avvenuto nel 2006 e nel 2011, si basa su superficie e popolazione delle regioni, di conseguenza Lombardia e Lazio fanno la parte del leone. Ma al momento si tratta di pura teoria, giacché la trattativa non è neppure ancora iniziata».

 

Questa è la bozza della mozione che il Pd ha ha intenzione di presentare sulla questione.

 

Il D.P.S. (Dipartimento per lo Sviluppo e la Coesione Economica)  in data 13 novembre 2013 ha presentato  i criteri di  riparto territoriale  dei Fondi Strutturali e Fondo Sviluppo e Coesione nella programmazione 2014–2020.

 

Per quanto riferito al Fondo Sviluppo e Coesione nel documento del DPS sono previsti, nel settennio di programmazione, circa 55 miliardi di Euro da ripartire per l'80% alle Regioni del Mezzogiorno e per il 20% alle regioni del Centro-Nord; a queste ultime spetterebbe, in termini reali un importo pari a poco più di 11 miliardi di Euro nel settennio, comprensive di risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale.   

 

Il riparto, effettuato in base a criteri che tengono conto della dimensione  (popolazione  e superficie) e degli indicatori di svantaggio (crescita, occupazione, servizi essenziali e inclusione sociale) è risultato fortemente penalizzante per la Regione Piemonte, che vedrebbe ridotte le proprie risorse rispetto allo scorsa programmazione 2007 – 2013, di oltre 350 milioni di Euro, passando da 1.800 milioni a 1.450 milioni circa (-20%), scendendo quindi, da una percentuale del 15,06% a quella del 12,96%.

 

Nel denunciare tale situazione, non si può non sottolineare come nel riparto proposto dal Ministero, risultino viceversa avvantaggiate Regioni come la Lombardia e  il Lazio, territori dove la crisi non ha i connotati e il peso di quella che  sta subendo la nostra Regione,  per effetto di attività (finanza nella prima e Stato nella seconda) che ne hanno attenuato sensibilmente gli esiti. In particolare la Lombardia aumenterebbe le proprie risorse per oltre 700 milioni e il Lazio per 250, con percentuali sul totale che passano rispettivamente dal 10,47 al 18,25%, e dal 13,89 al 15,33%.

 

La riduzione di risorse al Piemonte appare tanto più incomprensibile  se si considera che il totale delle  risorse comunitarie da ripartire aumenta rispetto a quelle del 2007- 2013.

 

Riteniamo che la proposta del Ministero vada pertanto decisamente rigettata, non ritenendola nei termini presentati, neanche negoziabile, e chiediamo una precisa e forte presa di posizione dei rappresentanti della Regione Piemonte  che partecipano ai tavoli nazionali per garantire al Piemonte, almeno, la stessa quantità di risorse assegnate nella scorsa programmazione di fondi strutturali.