COMUNE DI TORINO

Al Filadelfia giocano sempre gli stessi

Non convincono le procedure per la ristrutturazione del glorioso impianto del vecchio Torino. Una girandola di incarichi, nomine e affidamenti interni all'Ordine degli architetti. E sulla vicenda il dipietrista Sbriglio chiede al Comune di fare chiarezza

C’è qualcosa da chiarire nel lungo e farraginoso iter che ha portato alla stesura del progetto per la ristrutturazione dello stadio Filadelfia, il tempio del tifo granata, monumento dello sport subalpino e non solo. A chiedere di far luce su ogni aspetto è il consigliere ex Idv in Sala Rossa Giuseppe Sbriglio, colui che da ex assessore allo Sport pose le prime pietre di un cantiere che finora è stato aperto solo sulla carta, tra progetti preliminari, concorsi di idee, bandi internazionali. Alla fine, però, lavorano sempre i soliti, almeno secondo la ricostruzione di Sbriglio che sul tema ha presentato una interpellanza. Tutto ruoterebbe attorno al nome di Eraldo Martinetto, che prima viene nominato nella commissione giudicatrice dei progetti e poi, appurato che nessuno di questi rispondesse alle esigenze – soprattutto economiche – dei finanziatori diventa lui l’estensore del piano definitivo sulla base del quale il Fila tornerà a nuova vita.

 

Le tappe di questa storia sono ripercorse nel documento presentato consigliere dipietrista e prendono il via nel novembre 2011 quando viene pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale Europea il bando per il concorso di idee. Nel gennaio 2012, interpellato dalla Fondazione Filadelfia, l’Ordine degli architetti di Torino designa - con voto unanime del suo Consiglio - Martinetto quale candidato a ricoprire il ruolo di commissario di giuria; un mese dopo si contano 34 partecipanti. A questo punto la Fondazione procede con gli adempimenti relativi alla nomina della commissione giudicatrice: il presidente è l’ingegnere Roberto Bertasio, direttore della divisione mobilità e trasporti di Palazzo Civico, Luisa Papotti , sovrintendente alle Belle Arti, Franco Ferraresi , dirigente dell’assessorato allo Sport della Regione, il già citato Martinetto e il commercialista Luca Asvisio.

 

Il 5 giugno 2012 sono resi i noti i nomi dei tre vincitori. Si tratta degli arghitetti Rossi, Andriolo e Sgarbossa di Vicenza, Mellina Gottardo e Manolino di Torino e Carbotti, anch’egli di Torino. Ne rimarrà uno soltanto, per definire quale, si legge nel sito della Fondazione Filadelfia, “entra in gioco un secondo pool di tecnici, la commissione che ha giudicato i progetti”.

 

Nell’estate di quello stesso anno, però, emerge che tutti e tre i progetti vincitori del concorso avrebbero costi superiori a quelli preventivati dai finanziatori (Comune di Torino 3,5 milioni, Torino, tramite fondazione Mamma Cairo 1 milione e Regione Piemonte 3,5 milioni). Di qui la decisione del cda della Fondazione Filadelfia di affidare a dei tecnici di propria fiducia la redazione di un progetto che tenga conto del budget economico e delle necessità del club che lì dovrà svolgere i propri allenamenti. E l’incarico finisce all’architetto Martinetto. Ecco il corto circuito. Secondo Sbriglio «L'architetto Martinetto in qualità di commissario di giuria, accettando l’incarico avrebbe contravvenuto all'art. 53/c delle norme di deontologia professionale secondo cui “L’iscritto nominato quale membro di Commissione giudicatrice di un concorso […] rifiuta incarichi, da parte di terzi o dello stesso ente presso il quale la Commissione giudicatrice è costituita, che gli derivino dalla sua veste di Commissario. Dovrà altresì astenersi dall’indicare, anche se sollecitato, nominativi di colleghi per l'affidamento di incarichi comunque connessi con il tema del lavoro per il quale la commissione è stata costituita». Non è tutto: le cronache di quei giorni riportano di un incarico congiunto con il collega Marco Giovanni Aimetti (anche se non ci sono in rete atti ufficiali della Fondazione che possano attestare ciò). Lo stesso Aimetti che da consigliere dell’Ordine degli architetti votò la designazione di Martinetto nella prima commissione giudicatrice e che oggi di quell'Ordine è diventato presidente.

 

E arriviamo alle cronache più recenti. Durante il cda della Fondazione del 19 aprile l'architetto Eraldo Martinetto, insieme al gruppo di architetti impegnati sul progetto del Filadelfia, Marco Aimetti, William Cattanea e Paolo Chiappero, presenta il progetto e relativo piano finanziario. «Dalla lettura dei curriculum dei personaggi in questione – afferma Sbriglio - si evincerebbe una collaborazione professionale in forma associata o "de facto" negli ultimi dieci anni. Nel maggio dello scorso anno il progetto viene presentato alla stampa.