VERSO IL VOTO

Centrodestra, prove di disgelo

Il leader di Forza Italia Pichetto convoca un tavolo con gli alleati per riprendere un cammino comune e scongiurare impervie corse solitarie. Nessuno parli però di primarie. Intanto Porchietto organizza il ritorno all'ovile berlusconiano. E l'Udc si disperde

Si cerca di comporre il puzzle. Dopo le accuse di intelligenza col nemico, le minacce di rottura, le ipotesi di corse solitarie e le candidature a presidente spuntate come funghi, il centrodestra piemontese si raduna attorno a un tavolo come in una seduta spiritica, quasi a voler evocare l'unità e allontanare lo spettro della divisione. L’incontro, in agenda lunedì della settimana prossima, è promosso dal coordinatore regionale di Forza Italia e candidato governatore in pectore Gilberto Pichetto. All’ordine del giorno è stato accuratamente evitato ogni riferimento alle primarie, che in questi giorni sono state il principale terreno di scontro tra berluscones e scissionisti di diversa estrazione, da Fratelli d’Italia agli alfaniani del Nuovo Centrodestra. Si partirà, secondo la più classica delle liturgie politiche, da un ‘analisi di questi quattro anni di legislatura regionale, un bilancio di fine mandato per tastare il polso delle varie formazioni e in quella sede cercare di stabilire un percorso per gradi, il più possibile condiviso.

 

Sarà l’occasione per svelare tutte le carte? Assai improbabile: molti dei giocatori che siederanno intorno al tavolo terranno ben coperte le proprie com’è altrettanto inverosimile che dal mazzo venga fuori l'incoronazione del candidato presidente. Un buon risultato, fanno sapere dall'entourage di Pichetto, sarebbe già quello di formalizzare un luogo di confronto ed evitare di parlarsi attraverso i giornali, lanciando ogni giorno candidature più o meno credibili e spesso strumentali per gettare il panico tra i vari fronti. L’ultima, in ordine di tempo, è la bufala fatta circolare ieri da Guido Crosetto, della possibile designazione di Daniela Santanché, una panzana condita dalla descrizione degli ottimi rapporti che legherebbo i due, mentre tutti sanno che le cose non sono affatto così.

 

Così, con Enrico Costa ormai concentrato su faccende romane che lo riguardano direttamente, vista l’imminente nomina a vice ministro, ancora in ballo tra Giustizia e Cultura, tocca a Daniele Cantore, capogruppo a Palazzo Lascaris dell’Ncd e politico navigato, tirare le fila, cercando di affermare da una parte il ruolo identitario della formazione di Alfano, ma allo stesso tempo assicurare un solido ancoraggio nello schieramento in modo da garantire una presenza non di mera testimonianza nel prossimo Consiglio Regionale. Cosa complicata per lo sbarramento al 3% previsto dall’attuale legge elettorale per le liste fuori dalle coalizioni. Missione tutt’altro che semplice giacché sembra tutt'altro che in disarmo il fronte del "corriamo da soli", con i tanti aspiranti presidente pronti a scendere in campo (l’ultima voce ricondurrebbe all’ex sottosegretario vercellese Roberto Rosso, ma restano in pista i nomi di Michele Coppola, Giampiero Leo e naturalmente Guido Crosetto). E intanto, a dimostrazione dell’ormai imminente divorzio tra Claudia Porchietto e Ncd, spunta un evento, organizzato proprio dall’assessore uscente, venerdì 6 marzo all’Atlantic di Borgaro: un convegno senza simboli di partito, intitolato “Il buon governo del centrodestra tra crisi, ricorsi e giornali contro”, in cui l’unico intervento, oltre al suo, è proprio quello del leader forzista Pichetto (peraltro erroneamente scritto con due “c” nell’invito). Si predispone a guidare la lista del Presidente, sebbene lei continui a smentire con sempre minore convinzione.

 

Questione Udc. L'alleanza col centrodestra resta condizionata dalle dinamiche nazionali. Il segretario Lorenzo Cesa, recentemente confermato al congresso, sta stringendo un accordo per liste unitarie con Angelino Alfano, non a caso accolto con un'ovazione dai delegati centristi. A questo listone dovrebbero far riferimento anche i Popolari di Mario Mauro e altre sigle minori. Una compagine che a questo punto si tenderà a riprodurre anche in Piemonte, regione nella quale però si deve fare i conti con Michele Vietti, incontrastato leader dello Scudocrociato subalpino. Dopo la vicenda governativa e scottato dai "giochetti" di Pierferdinando Casini che gli sono costati la poltrona di Guardasigilli, l'attuale vice presidente del Csm ha fischiato il "liberi tutti", autorizzando i suoi colonnelli a disporsi sullo scacchiere delle alleanze secondo le convenienze territoriali. E quindi in base a tale indicazione, sul Piemonte 2, tradizionalmente più moderato e dove già l'Udc è organico al centrodestra verranno scelte alleanze con gli uomini di Alfano ed eventualmente di Pichetto, Ad Asti e Alessandria, dove l'Udc governa con il centrosinistra, andranno a sostenere Sergio Chiamparino.