Moncada e i fili del “Sistema Torino”
10:35 Domenica 30 Marzo 2014 4Il nome del manager siciliano compare negli appunti di Gamberale sulle trattative per l'acquisto dell'aeroporto di Caselle. Con quelli di Fassino, Chiamparino, Dealessandri e Ghigo. Incontri riservati, amicizie, interessi privati sul crinale tra politica e affari
Compaiono anche i nomi di Piero Fassino, Sergio Chiamparino e Tom Dealessandri negli appunti di Vito Gamberale sequestrati dalla Guardia di Finanza nell’ambito dell’indagine condotta dalla Procura milanese sull’acquisto da parte di F2i, il fondo guidato dal manager molisano oggi aspirante presidente Telecom, del 29,75% di Sea, la società che gestisce gli aeroporti di Milano. Nella nota relativa a un incontro del 26 gennaio 2011, riportata oggi in un servizio di Marco Lillo sul Fatto, si legge: “Torino: creare clima per Sagat. Romani, check con Chiamp. da parte I.M. Spingere per ipotesi prima elezioni. Interlocutori a sinistra: Fassino – Chiamparino – Tom De Alessandri e a destra: ex presidente regione”. Il 22 febbraio Gamberale scrive: “Torino: spingere per accelerare prudenza su valutazione-Pietro Garibaldi C.E. Fassino”.
I due memo si riferiscono alla trattativa sulla vendita del 28% del pacchetto azionario all’epoca detenuto dal Comune di Torino nello scalo di Caselle, trattativa conclusasi nel gennaio 2013 con l’aggiudicazione al fondo di Gamberale della quota pubblica per 35 milioni, e perfezionata in seguito con l’acquisizione del 24,39% (per 30 milioni) fino ad allora posseduta da Sintonia, la holding della famiglia Benetton. Sullo sfondo, va ricordato, che F2i aveva già partecipato in cordata con Iren all’acquisto dell’80% di Trm, con un’offerta di 126 milioni di euro. Se non un benefattore di certo un cavaliere bianco per le disastrate casse di Palazzo Civico. Ma nella trattativa oltre ai soggetti più o meno titolati – Paolo Romani, all’epoca ministro del governo Berlusconi, il sindaco Sergio Chiamparino e il suo assessore alle Partecipate Tom Dealessandri, Piero Fassino futuro primo cittadino e il suo consulente economico Pietro Garibaldi, l’ex governatore di Forza Italia Enzo Ghigo – pare abbia svolto un ruolo non proprio marginale I.M., ovvero Ignazio Moncada, presidente di Fata Group, azienda del Gruppo Finmeccanica, influente architetto di relazioni, potente suggeritore di potenti di alto lignaggio e abile tessitore di rapporti sul crinale spesso pericoloso tra politica e affari.
Il nome di questo manager “anomalo”, classe 1949 siciliano di Modica, ex (?) agente dei servizi segreti militari, consulente di banchieri, brasseur d’affaires, “amico” di potenti di mezzo mondo (da Giuliano Amato ad Hollande), è ricorrente nelle vicende torinesi di quasi mezzo secolo, avendo attraversato indenne il trapasso della Prima Repubblica dove ebbe compiti di ufficiale di collegamento tra la politica e importanti gruppi imprenditoriali: compare nello scandalo Zampini, nella commessa ad Acqua Marcia dello stadio Delle Alpi per i Mondiali del 1990, nei negoziati San Paolo-Intesa. E di recente in “Lumiq Studios”, l’ambiziosa Cinecittà della Mole affondata nei debiti. Per non dire della sua presenza, con la carica di vicepresidente in “Musinet Engineering”, azienda satellite della Sitaf, che si occupa di collegamenti internazionali con fibre ottiche.
Certo se non il “gran burattinaio” come tende a descriverlo Il Fatto, Moncada è un influente suggeritore della politica subalpina, un tassello fondamentale, uno dei pilastri di quel “sistema Torino” che da troppi lustri sta governando la città. Per Gamberale “Moncada è solo una delle tante persone che incontro per avere spunti. Non è un burattinaio e non è un lobbysta. Lo conosco da trenta anni. Gli incontri non sono dovuti a un rapporto professionale ma solo all’amicizia e alla stima: mi interessano le sue analisi”.
E in merito ai contatti con Chiamparino e Fassino è solo questione di residenza: “Moncada è torinese, conosce bene quel mondo. Ne abbiamo parlato ma poi sono io che incontro o chiamo Fassino. Non ho certo bisogno di Moncada”. Concorda anche l’uomo di Modica: “Nessun rapporto professionale, solo un’amicizia pluridecennale. Mi creda, mi hanno ritagliato addosso una figura che non mi corrisponde”.