PROFONDO ROSSO

“Inevitabile l’aumento delle tasse”

Si prospettano vari scenari per il "Salva Piemonte": legge ad hoc, intervento della Cdp, contenere i tagli ai trasferimenti statali. Ma per Marino, presidente della Commissione Finanze del Senato, Chiamparino non potrà sottrarsi dal ritoccare l'Irpef

Sergio Chiamparino sa come vanno certe trattative. Quando si va a Roma per chiedere un “contributo straordinario” prima di tutto “ti chiedono di alzare al massimo le tasse”. Lo ha anticipato ieri davanti all’aula del Consiglio regionale, pochi secondi prima di lanciare il suo aut aut: “Se mi impongono di alzare l’Irap io mi dimetto”. Forse l’Irap riuscirà a scansarla, ma l’Irpef arriverà al massimo o giù di lì e non si sa nemmeno se e quanto il governatore riuscirà a tutelare le fasce più deboli, obiettivo dichiarato a Palazzo Lascaris.

 

La prima conferma arriva da uno che di conti se ne intende, Mauro Marino, senatore democratico, l'ufficiale più alto in grado in quanto presidente della commissione Finanze e Tesoro di Palazzo Madama. Aula dove ieri è stata approvata per il rotto della cuffia la risoluzione alla nota di aggiornamento al Def che autorizza il rinvio al 2017 del pareggio di bilancio, la cui relatrice è stata un'altra piemontese, Magda Zanoni, anche lei - assieme alla collega deputata Silvia Fregolent (componente della Commissione Finanze di Montecitorio) - in prima linea per il "Salva-Piemonte". Al termine di una giornata quanto mai convulsa Marino parla allo Spiffero di Piemonte: «Ci sono vari scenari prospettabili, però se servono risorse e subito non vedo alternative a un aumento delle addizionali Irpef», anche perché i tagli alla spesa annunciati dal presidente della Regione e dal suo assessore al Bilancio Aldo Reschigna porteranno sì risparmi per 50 milioni, ma solo quando saranno a regime, e cioè nel 2020. «E domani?» ha chiesto retoricamente in aula il consigliere del Movimento 5 stelle Davide Bono. Chiamparino non lo dice, dissimula attraverso un artifizio retorico, “non toccherò l’Irap!”, certo ti chiederanno di alzare l’Irpef. E così la Regione rischia di intaccare con questo nuovo balzello il famoso bonus da 80 euro istituito da Matteo Renzi.

 

Intanto il capogruppo del Pd Davide Gariglio, che ieri ha assicurato totale collaborazione e comunione d’intenti con la Giunta chiedendo in cambio il pieno coinvolgimento dell’aula nei processi che investiranno la Regione, ha convocato una riunione sabato mattina nella sede democratica di via Masserano. Presenti i consiglieri regionali e parlamentari piemontesi oltre a Chiamparino e Reschigna: obiettivo creare una task force in grado di premere su Roma per ottenere in fretta un provvedimento Salva Piemonte e cercando di replicare quella cordata capitanata da Stefano Esposito che è riuscita di concerto con Piero Fassino a garantire un consistente gruzzoletto per opere e infrastrutture a Torino e nell’area metropolitana del capoluogo. Non c’è al momento un testo e non è neppure chiaro il percorso parlamentare, semmai sarà in Parlamento che verrà incardinato il provvedimento. Marino, che probabilmente sabato non riuscirà a esserci perché atteso in Sicilia ma che tuttavia ha già fatto sapere di essere pronto a sostenere l’iniziativa, prova a delineare i possibili scenari per ottenere questo contributo straordinario. «Una strada porta direttamente alla Cassa depositi e prestiti, magari dando in garanzia il patrimonio in via di dismissione», ma non è la sola. «Per evitare un contributo diretto, più difficile da contabilizzare, potremmo tentare di stoppare o alleviare i tagli ai trasferimenti statali per il solo Piemonte, facendo affluire più risorse nelle casse di piazza Castello». Inoltre, «c’è la via del contributo una tantum con l’impegno di alcune centinaia di milioni che potrebbe riassestare momentaneamente la situazione».

 

Secondo Marino si dovrà lavorare su più piani: «la stabilizzazione dei conti per quanto riguarda l’anno in corso (e qui potrebbe essere utile un contributo straordinario ndr), l’alleggerimento delle quote capitali e di interessi che nel 2015 e 2016 raggiungeranno il picco (superando i 600 milioni all’anno ndr) e qui la rinegoziazione del debito è una strada praticabile e infine il lungo periodo per cui saranno fondamentali i tagli alla spesa pubblica annunciati da Chiamparino». Il presidente punterà inoltre su una interpretazione autentica su come contabilizzare i trasferimenti del decreto 35, quello relativo allo Sblocca Crediti, sui quali si divide anche la magistratura contabile.