Mamma li turchi! Ma Caselle non decolla

Inaugurato in pompa magna il volo con Istanbul, ma lo scalo torinese precipita al 12° posto nella classifica degli aeroporti nazionali. Fassino vuole collegamenti adeguati: riuscirà la Sagat a fare ciò che non gli è riuscito negli ultimi dieci anni?

A Caselle sono arrivati i turchi o meglio è atterrata la THY, la compagnia aerea di bandiera turca che dal 2 agosto collega Torino con Istanbul, fondamentale porta di accesso al vicino e lontano Oriente, con un volo trisettimanale che presto, si spera, diventerà giornaliero e contribuirà a rompere l’isolamento aereo di Torino e della regione che costringe centinaia di migliaia di piemontesi a migrare a Malpensa se non addirittura a Bergamo o a Bologna.

L’aeroporto di Caselle in dieci anni di privatizzazione e disinteresse della componente pubblica ha perso infatti moltissimi collegamenti ed è scivolato al 12° posto tra gli aeroporti italiani con 3.560.169 passeggeri nel 2010. Non solo, ma nei primi 5 mesi del 2011 è cresciuto appena del 4.9%, la metà della media nazionale e meno di un terzo degli aeroporti di Bologna, Palermo, Pisa. Da evidenziare, inoltre, che nello stesso  periodo altri 10 aeroporti italiani con un traffico comparabile (> 100.000 pax/mese) hanno fatto meglio di Torino con un aumento di passeggeri a due cifre percentuali che a fine 2011 farà retrocedere lo scalo torinese di un’ulteriore posizione al 13° posto (Fonte: www.assaeroporti.it). Al riguardo è doveroso poi ricordare che da Caselle non si può andare e tornare da Londra in giornata, che il volo su Amsterdam è stato riconquistato solo recentemente, che si sono persi i collegamenti con Amburgo, Bacau, Barcellona, Berlino, Birmingham, Bucarest, Copenhagen, Cracovia, Duesseldorf Weeze, Lisbona, London City, London Heathrow, Malta, Marsiglia, Parigi Orly, Pescara, Praga, Reggio Calabria, Stoccarda, Stoccolma, Trieste, Vienna, Zurigo (c’erano ben 4 voli giornalieri!), che Caselle è l’unico aeroporto in Italia senza collegamenti con la Romania nonostante la presenza di oltre 80.000 cittadini rumeni residenti e in ultimo che non c’è ancora la base di un vettore low cost, caso unico a livello europeo per una realtà economica ed industriale simile. Una situazione intollerabile che penalizza sia l’industria sia il turismo e che solo in tempi recenti ha riscosso un modesto interesse da parte della politica, probabilmente per l’azione continua dell’associazione Fly Torino che da alcuni anni si batte per migliorare l’accessibilità aerea di Torino e del Piemonte e che all’evento di benvenuto della THY a Caselle era rappresentata dal vice presidente Michele Stillavato.

Sotto la scaletta del primo aereo da Istanbul si sono ritrovati quasi tutti, il sindaco di Torino, Piero Fassino, l’amministratore delegato della Sagat Fausto Palombelli, il segretario della Camera di Commercio, Guido Bolatto, la presidente dell’Ascom, Maria Luisa Coppa e Marcella Gaspardone di Turismo Torino. Stupefacenti le parole pronunciate nell’occasione da Palombelli che questo volo non lo aveva proprio cercato ma al quale ha dovuto dare il benvenuto. «Il valore di un aeroporto – ha dichiarato – deriva dall’offerta ai propri passeggeri. Per questo motivo accogliamo con grande soddisfazione l’investimento a Torino di una compagnia importante come la Turkish Airlines». E ci mancherebbe altro, la THY ha deciso di venire a Torino senza aiuto alcuno, sia da parte del Comune sia della Regione, che nel 2010 avevano invece avviato una collaborazione con Alitalia che si è dimostrata fallimentare, finanziando due collegamenti con Berlino ed Istanbul meglio noti come voli “carciofo”, un collegamento su Mosca che si regge solo in virtù dei contributi erogati ed un collegamento su Amsterdam.

 

Palombelli forse si è dimenticato di tutto quello che non ha fatto per lo sviluppo di Caselle nei diversi ruoli da lui ricoperti in SAGAT dal 2004 ad oggi sino all’ultimo di Direttore Generale e Accountable Manager tanto che in un blog un suo ufficio era stato soprannominato “ufficio sottosviluppo traffico” e lui medesimo “gran ciambellano” per i suoi trascorsi e legami a filo doppio con Alitalia e per la subordinazione all’azionista privato Benetton. I dati di traffico sulla gestione dello scalo nell’ultimo decennio sono spietati e non danno adito a dubbi: il traffico passeggeri  a Caselle è cresciuto del 26%, la metà della media nazionale che si attesta sul 51%. Questo è il risultato della politica di gestione della Sagat che nell’ultimo decennio ha puntato, ci mancherebbe altro, alla massimizzazione degli utili ed ha trascurato totalmente la crescita dell’aeroporto relegando Torino ed il Piemonte ai margini del trasporto aereo italiano ed europeo.

Importanti invece le parole pronunciate dal sindaco Fassino che non si è fatto sfuggire l’evento mediatico con i relativi passaggi sul TG Regionale: «siamo una città industrializzata, abbiamo bisogno di collegamenti ed un aeroporto adeguato». Parole che dovrebbero aver tuonato nelle orecchie di Palombelli e che sembrano indicare finalmente che il Comune non intende rimanere passivo sullo sviluppo dello scalo e  che fanno ben sperare per l’apertura di una base Ryanair a Caselle nella primavera 2012, apertura che se le trattative in corso fossero state più spedite poteva essere parzialmente anticipata al prossimo orario invernale di novembre 2011. Se le negoziazioni, come a questo punto si spera, si concluderanno positivamente potremo quindi assistere presto ad un nuovo “water gate” da parte dei pompieri dello scalo per il primo aereo della base degli irlandesi, così come avvenuto per l’arrivo del primo velivolo della THY che è stato abbondantemente innaffiato dai getti d’acqua di benvenuto. Nell’attesa ci permettiamo di consigliare a Fassino di rileggere e imparare a memoria il lungo elenco dei collegamenti persi da Torino in questi anni.


(egc)

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