Sinistra Pd, ora Renzi balli il sirtaki
21:12 Lunedì 09 Febbraio 2015 2La minoranza dem rompe la tregua "mattarelliana" e sollecita il premier ad affrontare "i problemi sistemici posti dal governo greco". Tra i firmatari della lettera il senatore piemontese Fornaro, sempre più barricadero: "Tagliare le unghie ai burocrati europei"
Non basta una cravatta. Renzi apra una discussione nel governo e, prima ancora nella direzione del partito, sulla questione greca. A chiederlo è la minoranza interna al Pd in un documento inviato al segretario premier e al presidente Matteo Orfini, ma anche ai presidenti dei gruppi a Montecitorio e a Palazzo Madama, Roberto Speranza e Luigi Zanda per la convocazione congiunta dei gruppi parlamentari democratici. La richiesta è sottoscritta dai membri della direzione nazionale che appartengono all’ala sinistra del partito e da alcuni parlamentari che pur non essendo in direzione condividono questa istanza. Tra questi ultimi il senatore Federico Fornaro, area riformista, già tra i 26 che non votarono l’Italicum.
Convinto, come gli altri firmatari della lettera che “un compromesso con la linea Tsipras è possibile”, il senatore alessandrino rimarca quella che a suo avviso è “una necessità ineludibile per l’esecutivo, ma prima ancora per un partito di sinistra che è al governo affrontare e discutere un tema come quello delle proposte che arrivano dal nuovo governo greco”. Nessun risveglio nervoso della sinistra dem dopo la concordia mattarelliana. Piuttosto “il diritto dovere della minoranza di sollecitare il partito a un dibattito su una questione di estremo rilievo e che non può essere lasciata nelle mani dei burocrati di Bruxelles”. Il rischio paventato da Fornaro, anzi uno dei rischi, è proprio quello di un mancato primato della politica nello scenario che si apre con la vittoria di Syriza, ad incominciare dal Pse all’interno del quale il Pd esercita un ruolo determinante, ma anche a livello di governo.
“Su alcune proposte di Tsipras io stesso non nego di avere più di una perplessità, mentre su altre no. Ma non è questo il punto – ragiona il parlamentare dem –. Il punto è affrontare la discussione non delegandola ai burocrati o, comunque, stando alla finestra”. Un atteggiamento questo che aprirebbe, nel ragionamento della minoranza interna al Pd, le porte a situazioni estremamente rischiose nel caso l’esperienza di Tsipras, pur con i correttivi del caso, fallisse. Lo spettro, innominato, ma ben delineato, è quello di un ritorno con ben altro peso della formazione neonazista Alba Dorata. “Lo scenario è globale e per questo non possiamo non affrontare la questione greca” ribadisce Fornaro che sulle tesi del leader ellenico, pur ridimensionate oggi stesso con alcune dichiarazioni in cui si è detto certo che il negoziato sul debito di concluderà “con un compromesso vantaggioso per tutti” , ha un’idea chiara: “E’ giusto che i debiti vengano pagati, ma se si riduce il debitore in una situazione in cui non gli è più possibile onorarli, allora forse è peggio che non trovare una soluzione che a prima vista può apparire arrendevole o inaccettabile”.
La questione per la sinistra dem non è abbracciare o non abbracciare la linea Tsipras, bensì “discutere all’interno del partito per definire la posizione che intende assumere il Pd sulla crisi economica anche alla lice del caso Grecia. “L’eurogruppo dell’11 e la riunione informale del Consiglio dei capi di Stato e di governo il giorno successivo – scrivono gli esponenti della minoranza Pd - sono passaggi cruciali non soltanto per Atene, ma per il nostro Paese e per il futuro del progetto europeo”.
C’è poi a breve da affrontare il Piano Juncker . “In questo scenario il Pd , la principale forza della famiglia socialista europea, può dare un contributo rilevante sia nel Pse sia nelle istituzioni europee affinché maturino le condizioni per un compromesso di svolta democratica e economica nella soluzione dei problemi sistemici posti dal governo greco”. E poi, all’orizzonte, avverte ancora Fornaro “ci sono le prossime elezioni in Spagna e un possibile successo di Podemos. Vogliamo arrivare impreparati, o non pronti come occorre, anche in quella situazione?”. Il Pd mica può cavarsela con una cravatta regalata da Matteo Renzi a Tsipras, sembrano dire quelli nel partito da lui più lontani.