Pichetto: “Giunta ombra in Regione”
08:00 Sabato 11 Luglio 2015 6Il leader di Forza Italia annuncia il varo di un esecutivo alternativo alla squadra di Chiamparino, "un governo senza orizzonti precisi che penalizza i piemontesi". E apre al M5s che invita a entrare nello shadow cabinet: "Fronte comune delle opposizioni"
Governo ombra in Regione per far luce sull’attività della giunta. Passata l’ansia da elezioni anticipate che lo avrebbero colto tutt’altro che preparato e a ranghi serrati, il centrodestra piemontese intende cogliere questo momento di difficoltà palese dell’avversario e incalzarlo più di quanto non abbia fatto fino ad oggi, certo in maniera più organizzata ed efficace. Di questo si dice convinto il coordinatore regionale di Forza Italia Gilberto Pichetto pronto a lanciare nei prossimi giorni una proposta che seppur non rivoluzionaria nel modello, lo sarebbe per molti versi calata in concreto sull’ente governato da Sergio Chiamparino.
Spente le illusioni di riuscire a dare una spallata con le carte bollate - d’altra parte l’offensiva giudiziaria l’ha visto piuttosto scettico, se non altro per ragioni di coerenza con quanto subito a parti inverse nella precedente legislatura – per il numero uno degli azzurri è tempo di rilanciare l’iniziativa politica, “perché l’alternativa si costruisce con proposte e programmi, coinvolgendo le rappresentanze sociali, economiche e istituzionali della regione”. Mettendo in evidenza le magagne del governo di centrosinistra, denunciandone l’inadeguatezza delle risposte, sottolineando le contraddizioni, ma anche cominciando “a riprenderci quanto ci appartiene, a partire dall’opera di risanamento dei conti”, avviata proprio quando a reggere i cordoni della borsa c’era lui.
Calibrato mix tra un’opposizione non più in ordine sparso e le prove tecniche di una futura alleanza per contendere il Piemonte al centrosinistra, la giunta ombra che Pichetto ha in animo di costituire in tempi brevi rappresenta nello spirito dell’attuale opposizione “la necessaria e puntuale risposta a un governo senza orizzonti precisi, penalizzante per i piemontesi e che – aggiunge l’ex omino coi baffi – oggi più che mai mostra tutta la sua debolezza anche sotto il profilo strettamente politico”. Il riferimento allo sconquasso attuale e probabilmente prossimo venturo del Pd è palese. L’azione dell’esecutivo alternativo, come si conviene alla tradizione dei governi ombra, sarà “soprattutto sui temi concreti, sulle azioni di governo: dalla scuola al lavoro, dalla sanità ai trasporti proseguendo con le tante materie su cui l’attuale giunta e la maggioranza che la sostiene mostrano di procedere compiendo clamorosi errori e senza una visione di prospettiva per lo sviluppo del Piemonte”. Più concretamente ad ogni membro della squadra del Chiampa corrisponderà un omologo di quello che gli anglosassoni dopo averlo inventato lo hanno battezzato shadow cabinet, perché il ministro – in questo caso l’assessore - in carica deve essere seguito, tallonato, da un suo alter ego dell’opposizione.
Certo se si seguisse pedissequamente il modello originario, nel caso di nuove elezioni e di una nuova giunta dovrebbero essere gli assessori ombra a subentrare a quelli uscenti, nelle rispettive competenze. Ma questo è un passo troppo ardito e non certo contemplato nel disegno che Pichetto sta accarezzando e si appresta a sottoporre, oltre che ai suoi, anche agli altri esponenti della minoranza. “Anche al Movimento Cinque Stelle, certo” annuncia con un colpo di teatro. “E spero che accettino” aggiunge. Dalla Lega ai grillini, passando per Forza Italia e Fratelli d’Italia, tutti a fare le pulci alla giunta Chiamparino, ma soprattutto “a rendere più partecipi i cittadini di quanto accade in Regione e di tutto ciò che non funziona o funziona male”.
Un tema, quello del coinvolgimento dei non addetti ai lavori, su cui Pichetto punta molto e cala un’altra carta: “Accanto ad ogni assessore ombra, carica ricoperta da un consigliere o esponente della minoranza, opererà un tavolo di lavoro aperto non solo agli iscritti, ma a tutta la società civile, al mondo delle professioni, del lavoro, alle associazioni di categoria. Insomma ,chi vorrà potrà dare il suo contributo su temi specifici e tutto sarà reso pubblico. Rendiconteremo la nostra attività”, aggiunge rubando un termine caro ai pentastellati. L’incognita sulla loro partecipazione al governo ombra rappresenta certo uno degli aspetti più interessanti di questa gestazione. “Vogliamo che il governo ombra nasca al più presto” dice con rinnovata verve Pichetto. La sua idea dai prossimi giorni sarà l’argomento su cui saranno chiamati a confrontarsi, oltre al M5s, gli altri alleati storici di Forza Italia e tutto quel rassemblement che nei propositi del Cavaliere dovrebbe finire nell’ormai noto contenitore e, per quanto riguarda il Piemonte, nella coalizione contrapposta al centrosinistra.
Di questo elemento di novità, il centrodestra potrebbe trarre vantaggio, in termini di visibilità e di comunicazione con i cittadini, anche per le più ravvicinate comunali di Torino. Nomi del shadow cabinet in salsa piemontese, per ora ovviamente il suo ideatore non ne fa. Prima c’è da trovare l’accordo sul sistema, ma – salvo l’incognita a cinque stelle – sembra cosa fatta. E allora sulle ombre dei vari Saitta, Balocco, Pentenero, Parigi, si può solo giocare – ma mica troppo – sull’identità delle loro rispettive ombre. Viste le esperienze precedenti e i campi su cui in questo anno si sono mostrati più attivi, verrebbe da immaginare Gian Luca Vignale alla Sanità, Claudia Porchietto alle Attività produttive e Lavoro, Gianna Gancia alter ego di Monica Cerutti a cooperazione internazionale e (soprattutto) immigrazione, Massimo Berutti alle politiche sociali a tallonare Augusto Ferrari e poi, chissà, magari un grillino alle
Partecipate. E se, come pare abbia in mente il suo ideatore, il gabinetto dovesse aprirsi ai “quasi eletti” (e subentranti in caso di decadenza di consiglieri Pd di Torino) allora on pole position per qualche dicastero ci sino sicuramente Carlo Giacometto e Andrea Tronzano. “Per ora niente nomi. Le persone adeguate l’opposizione le ha, non solo tra chi attualmente siede a Palazzo Lascaris, adesso lavoriamo per far partire in fretta questo progetto” dice Pichetto. Sempre più nei panni di Geronimo del centrodestra. Ombre azzurre su Piazza Castello.