Forza Italia alla resa dei conti
08:15 Sabato 22 Agosto 2015 4Casse vuote e bilanci in rosso. Il partito di Berlusconi vara la sua spending review e Pichetto impone una penale agli eletti morosi, parlamentari e consiglieri che da tempo non versano i contributi. A rischio chiusura la sede regionale
Un’addizionale azzurra per tamponare i bilanci in rosso. È la non gradita sorpresa che attende, al rientro dalle vacanze, i parlamentari e i consiglieri regionali di Forza Italia piemontesi. Di fronte ai passivi sempre più pesanti e ulteriormente gravati dai ritardi, da parte di un buon numero di eletti, nei pagamenti dei contributi al partito, il coordinatore regionale Gilberto Pichetto ha maturato la decisione: un contributo mensile di 200 euro, in aggiunta agli 800 già previsti, ma che molti stentano a scucire. Un tentativo, insomma, per cercare di ridurre almeno un po’ il deficit accumulato nei mesi e negli anni in cui le scadenze sono state rispettate da pochi, le spese sono aumentate e le telefonate dei creditori al cellulare del povero Pichetto – uno della sparuta pattuglia di puntuali pagatori – pure. Finita la pausa estiva, i vertici azzurri piemontesi dovranno anche prendere un’altra decisione importante: continuare a fare i salti mortali per pagare la pigione della sede di corso Vinzaglio o dare disdetta alla proprietà. Pichetto spera di non essere costretto ad arrivare a quel punto, ma non può escluderlo con certezza: tutto dipenderà dai conti e da quanto gli eletti morosi o ritardatari saranno rapidi nel rimettersi in regola.
Dopo le sollecitazioni dei mesi scorsi, c’è chi ha incominciato a sborsare parte degli arretrati, rateizzando il totale, ma anche chi continua a fare orecchie da mercante. E che siano finiti i tempi in cui la mucca da mungere era sempre disponibile a Palazzo Grazioli, è confermato dallo stesso bilancio del partito. Forza Italia ha chiuso il 2014 con un disavanzo di 11 milioni, quattro in meno rispetto all’anno precedente, ma che risulta una goccia nel mare di debiti: il passivo totale ammonta infatti a ben 95 milioni di euro. Secondo la tesoriera di Forza Italia, Mariarosaria Rossi, a pesare negativamente sono stati, soprattutto i tagli dei contributi pubblici per le spese elettorali che riducono i fondi del 25%. Anche stavolta Berlusconi è stato costretto a mettere le mani al portafogli: all’inizio dello scorso anno ha messo 15 milioni nelle casse del partito, oltre alle note fideiussioni che hanno sempre permesso a Forza Italia di fronteggiare le spese e a molti dei suoi esponenti di, come si direbbe per un normale cittadino un po’ scialacquatore, vivere al di sopra delle loro possibilità.
Una situazione che pone Forza Italia nei numeri, che per una volta di riferiscono a soldi e non a voti pur paradossalmente coincidendo nel saldo, nettamente negativa rispetto al Pd e alla stessa Lega Nord. Il partito di Matteo Renzi è, infatti, passato da un disavanzo di 10 milioni del 2013 a un avanzo di 168mila euro, frutto in parte di una politica ammortamenti, accantonamenti e svalutazioni per circa 1,3 milioni, ma anche per il dimezzamento delle immobilizzazioni e la riduzione dei debiti. Il tutto a fronte di un finanziamento per rimborsi elettorali di circa 15 milioni. Cifre in rosso, invece per il Carroccio che, tuttavia, è riuscito a limitare il disavanzo (dai 14 milioni del 2013 ai 7,9 dello scorso anno) grazie soprattutto alla cura dimagrante imposta da Matteo Salvini (passata anche con la chiusura della Padania e da una drastica riduzione di personale in via Bellerio) che ha ridotto le spese da 7 a 3 milioni. Nel 2014 la Lega ha introitato 2,6 milioni di contributi elettorali contro i 14 dell’anno precedente, in seguito alla stretta prevista dalla legge che porterà alla totale eliminazione dei finanziamento pubblico nel 2017.
Sempre meno voti e sempre meno soldi, per Forza Italia che perde anche sul terreno dei bilanci la partita con i dem e con lo stesso (ex?) alleato leghista. E, pur con le dovute differenze anche a Roma, così come a Torino, quella della sede è una voce pesante e ciclicamente tornano notizie di un possibile abbandono dell’immobile di Piazza San Lorenzo in Lucina con un trasloco in locali meno prestigiosi, ma anche meno costosi. Capiterà anche sotto la Mole? Basterà aspettare l’arrivo dell’autunno per scoprire se da scafato uomo dei conti, Pichetto sarà riuscito se non a farli quadrare almeno a rimettere un po’ in sesto quelli del partito piemontese. Impresa non facile per tutti i motivi che si sono elencati, ma anche per un ostacolo che deriva dal sistema di gestione del denaro nel partito del Cavaliere di Arcore. Non c’è, infatti, un’amministrazione autonoma a livello regionale: tutto (poco) entra e tutto (molto) esce dal forziere nazionale. Un meccanismo farraginoso cui nessuno badava quando i soldi erano l’ultimo dei problemi, ma che adesso può pesare pure di fronte a una bolletta della luce.