La sinistra e la legge del più forte
Riccardo de Caria 08:11 Venerdì 04 Settembre 2015 0
La scorsa settimana ho concluso all’insegna dell’ottimismo, prevendo però che, nell’anno einaudito a venire, ci sarebbero ahinoi stati sicuramente anche molti episodi di statalismo selvaggio di cui occuparsi: e puntualmente la facile profezia si è già avverata. Sono dunque costretto a ripartire dalla vicenda di teppismo chic al centro delle penultime Cose (E)inaudite prima della pausa estiva, ovvero l’occupazione della caserma di via Asti a Torino.
Ho già scritto di quanto sia insopportabile la supponenza di chi commette un atto di violenza, che secondo il codice penale che ho io è con ogni probabilità pure reato, ma ci viene pure a fare la morale, perché ammanta la sua violenza di insulse ragioni ideologiche, e grazie a quelle ragioni ideologiche sembra pure farla franca: avessero almeno il coraggio delle proprie azioni illegali, e ne patissero le conseguenze, come fa un vero uomo, e non si nascondessero dietro il banale salvacondotto dell’ideologia.
Ma finché sono i diretti interessati a spacciare per lotta politica un atto di violenza, ribadisco a me pare un atto di vigliaccheria, ma è almeno comprensibile. Ora però, come ha rivelato Lo Spiffero, è successo un fatto ancora più grave: a legittimare la violenza ci si è messo non un uomo qualunque, ma un noto giurista, Paolo Maddalena, un giurista che, dopo essere stato ai vertici della Corte dei Conti, è stato eletto giudice costituzionale dai suoi colleghi magistrati contabili, e alla fine del suo mandato di 9 anni è stato pure nominato Vice Presidente della Corte Costituzionale.
Un uomo quindi della massima autorevolezza, assurto all’apice della carriera giuridica, il quale giustifica apertamente l’occupazione dei beni pubblici con questa logica: siccome gli occupanti hanno stabilito a loro insindacabile giudizio che l’interesse pubblico sia di mantenere la proprietà pubblica, e io sono d’accordo con loro, è giusto che perseguano con la forza le proprie ragioni, la Costituzione è dalla loro, per cui se anche il diritto amministrativo prevede delle procedure di alienazione e di reimpiego dei soldi per altri fini, magari comunque sociali, è “legittimo” impedirlo con la forza. Voglio vedere, se io e quattro amici andiamo a occupare casa del giudice perché secondo noi le idee che vi partorisce non sono nell’interesse pubblico, e quindi decidiamo di metterci al posto una scuola di liberismo, se il giudice non chiama la polizia e noi occupanti non finiamo in galera, o forse la scamperemmo solo perché ci prenderebbero per matti. Eppure, a ben vedere è la stessa cosa, con l’unica differenza che la loro ideologia ha ben più sostegno politico-giudiziario della nostra.
Ma lasciamo pure da parte la disinformazione di Maddalena, che evidentemente non si è neppure documentato sulla situazione prima di parlarne: la caserma è già di Cassa Depositi e Prestiti, non gliela si vorrebbe “svendere” come erroneamente sostiene scandalizzato, manco la CdP fosse un privato! E lasciamo pure perdere che addurre il fatto che la CdP “già c’ha i soldi che c’ha” a sostegno della necessità di non alienarle un altro bene non pare esattamente un’argomentazione convincente. Quel che sconcerta è il modo in cui discorsi come quello dell’ex giudice costituzionale non rispettino neppure le premesse minime del loro consueto argomentare: viva la Costituzione di qua, che bella la democrazia di là, poi quando per una volta la maggioranza prende una decisione di (far) vendere quattro mura no, allora è giusto e legittimo impedirlo a ogni costo, anche con la violenza. Perché? Perché te lo dico io.
È davvero tacitianamente corrottissima quella repubblica dove le leggi non sono solo molteplici, ma anche interpretate in questo modo. Dove il diritto diventa strumento di lotta politica, e dove tra i giuristi di maggiore fama si annoverano anche non pochi militanti politici che perseguono la propria agenda attraverso l’operato come magistrati, come del resto fu teorizzato in modo espresso in Italia da movimenti come quello per “l’uso alternativo del diritto”.
Fa specie, poi, che a promuovere l’applicazione della legge del più forte sia proprio la sinistra, che a parole dovrebbe difendere i deboli. Quei deboli che avrebbero tutto da guadagnare dalla cancellazione dalla faccia della terra di CdP e di tutte le sue caserme in disuso, e dalla vendita, e perfino dalla svendita, di tutto il vendibile. Ma se ai più deboli fosse lasciata davvero un’opportunità di migliorare la propria condizione, poi i sinistri che ci starebbero a fare?
Cose inaudite.