Pd “blindato” nel nuovo Senato
Stefano Rizzi 09:20 Domenica 13 Settembre 2015 4Con la riforma Boschi il Piemonte manderebbe a Palazzo Madama 5 democratici, uno di Forza Italia e un grillino. Anche con il Consultellum il partito di Renzi farebbe la parte del leone, ma dovrebbe fare i conti con le urne. Le simulazioni di Fornaro
Cinque seggi al Pd e uno ciascuno a Forza Italia e M5s. La rappresentanza piemontese nel Senato versione Boschi (95 senatori in totale), sarebbe sfrondata in maniera massiccia di formazioni politiche oggi presenti sui banchi di Palazzo Madama e, soprattutto, il Pd uscirebbe percentualmente rafforzato rispetto alla situazione attuale così come anche nel raffronto con l’altra ipotesi, quella del Consultellum che a fronte degli attuali 321 membri ne prevede 315 e dove i dem piemontesi sarebbero presenti con 12 seggi seguiti dai grillini con 6, e Forza Italia con 4. I due scenari, il nuovo Senato definito dal ddl del ministro delle Riforme Maria Elena Boschi e quello (il Consultellum) cui ci si troverebbe davanti se si andasse a votare dopo la sentenza della Corte Costituzionale che ha bocciato come incostituzionale una parte dell’attuale sistema, sono stati presi in esame per una non facile simulazione dal senatore del Pd Federico Fornaro, “Unico continuatore della grande tradizione statistica che fu del Bottegone comunista”, come lo ha definito Il Fatto pubblicando lo scenario in scala nazionale.
In verità dalle Botteghe Oscure Fornaro non è mai passato e non solo per questioni anagrafiche: oggi uno dei più severi e convinti custodi dell’ortodossia bersaniana e uomo di spicco della sinistra che sta dando battaglia a Renzi sulla riforma del Senato, comunista non lo è mai stato, arrivando egli da una militanza giovanile nei socialdemocratici. Ma quell’eredità ormai perduta per il rito dell’analisi del voto – come vedere la corazzata Potëmkin di fantozziana memoria, per qualcuno annoiato da numeri e percentuali – e per le simulazioni, Fornaro in qualche modo l’ha raccolta e ora si è cimentato in un’impresa irta di difficoltà e costellata di variabili. Tanto che egli stesso commentando le simulazioni, allo Spiffero ribadisce come “alcuni dei dati vanno presi con le pinze”, ricordando tra l’altro come “i repentini cambiamenti che connotano la politica, così come gli spostamenti dell’elettorato devono essere presi in debita considerazione. Basti pensare – aggiunge – al calo di consensi del Pd che emerge dai sondaggi rispetto all’exploit delle Europee, o al contrario la crescita della Lega, sempre secondo i sondaggi, che nelle precedenti consultazioni 2014 non era arrivata a superare la soglia dell’8%, che poi è lo sbarramento previsto dal Consultellum”.
Con tutte queste necessarie premesse il lavoro del senatore bersaniano – “fatto senza alcuno spirito polemico o altri fini se non cercare di fotografare le varie situazioni” – ha preso in esame tutte le regioni e basato i possibili scenari del Senato nelle sue tre versioni, compresa quella attuale, sui dati elettorali del 2014 e, per quanto attiene al modello previsto dal ddl Boschi della situazione di ciascun consiglio regionale. Uno dei dati che emergono a prima vista dal quadro nazionale è quello che assegna la maggioranza più solida al Pd nel caso venga applicato proprio il sistema previsto dalla riforma, oggi al centro di un acceso dibattito tra maggioranza e opposizione e non di meno tra maggioranza e minoranza all’interno dello stesso Partito democratico. Al momento questo Senato - non eletto dai cittadini, ma dai consigli regionali e composto da 74 consiglieri regionali, 21 sindaci e 5 senatori di nomina del Presidente della Repubblica – secondo l’elaborazione di Fornaro vedrebbe 44 seggi al Pd, 18 a Forza Italia, 11 alla Lega, 10 al M5s. Un assetto che evidentemente risente in maniera positiva per il Pd della maggioranza di regioni rosse rispetto al totale, ma anche del peso dem in quelle del Centro e del Sud.
In questo scenario dei 44 senatori dem il Piemonte ne esprimerebbe 5, di cui un sindaco. Come osserva Fornaro, avendo preso in considerazione le liste civiche e alleate come un tutt’uno della lista del Presidente, appare chiaro che nel caso piemontese dei 5 senatori, almeno uno potrebbe appartenere a una formazione che non è il Pd: dai Moderati a Sel, per intenderci.
QUI LA SIMULAZIONE SULLA BOSCHI
Altri numeri e altre percentuali, leggermente meno favorevoli al Pd, nella simulazione del Senato frutto del Consultellum: qui il Pd arriva a 155 seggi seguito dai grillini con 80, Forza Italia 59, Lega 14, Ncd-Udc appena 4 contro gli attuali 35 di Area Popolare. Nell’ipotesi Consultellum, dal Piemonte sarebbero mandati a Palazzo Madama 12 parlamentari del Pd, 6 del M5s e 4 per Forza Italia.
QUI LA SIMULAZIONE SUL CONSULTELLUM
Una composizione quella che verrebbe fuori dal sistema conseguenza della sentenza della Consulta che non vedrebbe nessuna forza politica avere i numeri per governare da sola, aprendo una via obbligata a un governo di larghe intese. E che alla fine, in Piemonte come altrove, penalizzerebbe il Pd quanto a peso numerico nel Senato. Insomma, ben lungi dall’ammaliare la coriacea sinistra dem cui appartiene Fornaro, il sistema, oggi, sulla carta più favorevole al Pd è quello della Boschi.