Holding, accordo in vista. Contentino a Sel

Il capogruppo Lo Russo trova il compromesso con Curto per il via libera all'iter di privatizzazione delle utilities di Palazzo Civico. In cambio l'amministrazione garantisce la proprietà pubblica di Smat

Si sblocca all’interno della maggioranza l’impasse legata alla costituzione della super holding delle partecipate del Comune di Torino. Un provvedimento fortemente caratterizzante per l’amministrazione guidata da Piero Fassino, sul quale il sindaco conta anche per risanare, seppur in minima parte, le esangui casse comunali. Il piano prevede la nascita della Finanziaria Città di Torino Holding che acquisirà una quota pari al 40 per cento di Gtt, Amiat e Trm mediante ricorso al credito bancario, mentre il restante 60 per cento del pacchetto azionario di Gtt e Amiat e il 55 per cento di Trm sarà trasferito alla Holding per conferimento. FCT Holding si incaricherà poi di mettere sul mercato il 40 per cento delle tre società.

 

Ieri, durante una riunione tra i capigruppo di maggioranza, il democratico Stefano Lo Russo ha chiuso – per ora sulla parola – un accordo di massima con il leader in Sala Rossa di Sinistra Ecologia e Libertà Michele Curto, tra i più critici riguardo a questa operazione. La parola d’ordine è stata “fare presto”, per questo già in mattinata potrebbe arrivare il via libera a un compromesso che prevede l’approvazione della delibera da parte dei vendoliani, in cambio dell’impegno di Palazzo Civico di acquisire la totalità delle azioni di Smat. Un procedimento analogo a quello intrapreso dal Comune di Napoli che garantisce il mantenimento effettivo della proprietà pubblica delle infrastrutture, delle reti e della gestione del servizio. In sostanza: via libera sulla privatizzazione di rifiuti, inceneritore e trasporti in cambio di acqua totalmente pubblica. Ed è così che Sel può cantare vittoria, esibendo come trofeo il rispetto dell'esito referendario. Un'intesa sulla quale alla fine anche i Moderati, rappresentati alla riunione di ieri da Gabriele Moretti, come sempre, si accoderanno, superando le residue perplessità.

 

L’iter amministrativo partirà il 21 novembre, giorno in cui verrà iscritta la delibera in Sala Rossa, ma potrebbe essere rinviato al 23 qualora l’opposizione decidesse di presentare emendamenti ostruzionistici. A quel punto, infatti, la maggioranza sarebbe costretta a ricorrere a una mozione di accorpamento che, secondo il regolamento d'aula, non può essere esaminata prima di 48 ore. E proprio sul fronte dell'opposizione si registra lo stato confusionale nel quale versa il Pdl, in cui sembra prevalere la linea consociativa dettata dal capogruppo Andrea Tronzano, che sta spingendo per un voto di astensione. Resta da capire se la sua posizione troverà consenso unanime dei colleghi (Paolo Greco Lucchina e Maurizio Marrone sembrerebbero di tutt'altra opinione, nient'affatto disposti ad accantore una potente arma di polemica nei confronti della maggioranza). I grillini, dal canto loro, hanno fatto sapere che presenteranno emendamenti sul merito del provvedimento, senza la volontà di bloccare i lavori. Nessuna notizia, al momento, dalla Lega Nord.

 

Se questo quadro dovesse essere confermato, si spianerebbe la strada verso una rapida approvazione del provvedimento, proprio come richiesto da Fassino. Di fronte a lui, a questo punto, si pone un ultimo ostacolo: la contrarietà, ulteriormente ribadita, dell’assessore al Bilancio Gianguido Passoni al ruolo delle fondazioni nel garantire il prestito ponte. Ma il capogruppo Pd si è incaricato di sciogliere anche quest’ultimo nodo.  

print_icon