San Paolo, la solita Compagnia di giro

Circolano sempre gli stessi nomi per il rinnovo della fondazione. Chiamparino suggella l'endogamia dei poteri subalpini. La Fornero orientata a proporre l'ex salziana De Santis

Presidente a parte, non sono previsti stravolgimenti significativi nei futuri assetti della Compagnia di San Paolo. Per quanto paradossale possa sembrare a prima vista (e a occhi disattenti) la stessa designazione di Sergio Chiamparino al vertice di corso Vittorio rappresenta il suggello topico del blocco di potere che, seppur acciaccato, governa le sorti della fondazione e della città. L’ex sindaco si arrende di fronte alla sua più eclatante sconfitta: non essere riuscito in un decennio di dominus incontrastato nel cortile di casa a consegnare in eredità una nuova classe dirigente. Ora si acconcia ad essere nominato dal suo successore – per cui tanto si è prodigato – a prendere il posto di Angelo Benessia, da lui indicato quattro anni fa. Un perfido contrappasso, ma anche l’inconfutabile prova del tratto incestuoso dei poteri cittadini: una casta endogamica che si appresta a perpetrare se stessa, ogni volta che c’è in ballo qualche poltrona.

 

E proprio nel segno della continuità pare si stiano orientando i principali enti nelle loro designazioni, limitandosi all’avvicendamento di quanti hanno già svolto il secondo mandato e, per Statuto, non possono essere prorogati. Il sistema camerale – attenuati i contrasti tra il numero uno della Cciaa di Torino Alessandro Barberis (foto) e il leader regionale Ferruccio Dardanello –, che con i suoi 6 membri sui 17 del Consiglio generale costituisce il nocciolo duro della Compagnia, dovrebbe in larga misura confermare gli uscenti. Sicuri di strappare un secondo giro sono Luca Remmert, vicepresidente uscente (e, per la cronaca mondana, zio di Carla Bruni) e Alberto Dal Poz, 38 anni, imprenditore dell’azienda meccanica Comec, ex presidente dei giovani industriali di Torino. Milano darà una seconda chance a Paolo Montalenti, mentre Genova esprimerà un nome gradito a Dardanello, di quasi certa estrazione Confcommercio. Roma al momento gioca (al rialzo) sui due tavoli, ma non va dimenticato che l’attuale capo della Camera di commercio della capitale, Giancarlo Cremonesi, è pure presidente dell’Acea, la locale società energetica, e quindi in buoni rapporti con il sindaco Gianni Alemanno. Ma sul comportamento del centrodestra è presto per fare previsioni.

 

In odore di riconferma c’è pure Giuseppina De Santis (foto a sinistra), componente uscente dell’esecutivo, ex assessore alla Provincia di Torino, lontana corvée di segretaria dell’allora sindaco Valerio Zanone, salziana stemperata con l’età, militanza nel Centro Einaudi. A perorare la sua causa sarebbe nientemeno che Elsa Fornero, la cui promozione ministeriale non l’ha minimamente sottratta dalle faccende domestiche. Da titolare delle Pari Opportunità ha una candidatura da esprimere e, secondo indiscrezioni raccolte in ambienti torinesi, al momento le sue preferenze andrebbero in direzione della De Santis. Ma l'influenza della professoressa torinese sui giochi della Compagnia va ben al di là della semplice designazione di un membro del Consiglio. Lo si vedrà in occasione prima delle indicazioni degli enti scientifici (Lincei, ecc.) e poi delle cooptazioni. A Torino tutto si tiene.

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