TRAVAGLI DEMOCRATICI

Cercasi opposizione disperatamente

Appendino e la giunta grillina fanno e disfano, dicono e contraddicono: a piacere. E soprattutto nella totale assenza del Pd e del centrosinistra. Che fine hanno fatto? Sono tutti in ferie. Basso profilo anche alla Festa dell'Unità. La base inizia a indispettirsi. Prevale il Chiappendino?

La botta è stata tremenda, da lasciare tramortiti, al punto che ci vorrà un bel po’ per riprendersi. E infatti, con questa prospettiva, l’opposizione al Comune di Torino ha deciso di concedersi una lunga vacanza. Lunghissima a giudicare dal silenzio dei consiglieri democratici su social e giornali nell’ultimo mese. Così, mentre l’amministrazione pentastellata muove i suoi primi passi e presidia Palazzo Civico, brilla per assenza la compagine piddina: chi è al mare, chi all’estero, chi a trovare la mamma, il risultato è che da luglio il centrosinistra resta in silenzio di fronte alle iniziative del Movimento 5 stelle. Comprensibile che le matricole siano ancora un po’ spaesate, ma che fine hanno fatto le vecchie lenze della Sala Rossa? Gli ex assessori Stefano Lo Russo, da poco eletto capogruppo, i colleghi Enzo Lavolta, Claudio Lubatti, Mimmo Carretta? Tutti a godersi un po’ di meritato riposo, mentre Piero Fassino è tornato a farsi vivo sui quotidiani per discettare di politica estera e nazionale, provando ad arginare il fronte del “no” al referendum che agita i vertici del Nazareno. A picconare i Cinquestelle in questi caldi pomeriggi agostani ci sono rimasti in pochi. Anzitutto il senatore Stefano Esposito, che ha attaccato la sindaca per la decisione di sfrattare l’Osservatorio Tav dai locali dell’ex Provincia, e continua a incalzare il governo cittadino sulle scelte di natura urbanistica e sui trasporti. Sulla questione Ativa ha ingaggiato battaglia il vicepresidente provinciale del partito (e consigliere comunale, ma a Grugliasco) Raffaele Bianco. Il responsabile organizzativo del Pd Saverio Mazza ha provato per giorni a confutare l’efficacia delle tecniche “fai da te” per debellare dal Po le famigerate piante infestanti e a chiedere conto dei costi del ritardo accumulato dall’amministrazione prima di affidarsi a degli esperti. Tra i pochi a prendere la parola, almeno in rete, c’è l’ex consigliere radicale Silvio Viale, il quale, tuttavia, non è stato rieletto e dunque non rappresenta una voce istituzionale, men che meno organica al Pd.

E dire che in questi giorni non sarebbero mancati gli spunti per far emergere un altro punto di vista: è notizia delle ultime ore l’intenzione della Appendino di riaprire le trattative con Ryanair per una base low cost all’aeroporto di Torino (compagnia, peraltro, oggetto di attacchi dei parlamentari grillini a Bruxelles), così come la delibera contro il gioco d’azzardo (che in fondo è poco più del recepimento di norme nazionali e regionali). Oggi tornerà a riunirsi la giunta per approvare un piano periferie evidentemente ispirato dalla precedente amministrazione, ma che, allo stesso tempo, ha provocato le proteste di alcuni presidenti di circoscrizione – primo fra tutti Davide Ricca, della Otto – per la sproporzione tra gli investimenti previsti nell’area Nord di Torino (dove i Cinquestelle hanno vinto le elezioni) e quelli all’altro polo della Città. Il Pd, almeno in questa occasione, batterà un colpo?

Per il momento le parole d’ordine sono: prendiamola bassa. A Palazzo Civico come alla Festa dell’Unità. Basti pensare che in un primo tempo, alla kermesse democratica era previsto uno spazio quotidiano per colpire e pressare i grillini sulle loro prime iniziative, ma il capogruppo Lo Russo ha preferito evitare lo scontro aperto, “dopotutto stanno amministrando per buona parte in continuità con l’amministrazione passata” sono state le sue parole. E così anche in piazza d’Armi, alla festa che inizierà il primo settembre, di Torino si parlerà poco o niente. I militanti iniziano a infastidirsi, sono disorientati. Perché tanto timore reverenziale? La verità è che “amministrare è cosa ben diversa dal fare opposizione” come sottolinea il presidente del Consiglio regionale Mauro Laus, che per questo avrebbe voluto un capogruppo meno “invischiato” con la vecchia amministrazione, perché “al di là del valore della persona, che non è in discussione, affidare l’opposizione a chi fino al giorno prima aveva avuto  responsabilità di amministrazione un po’ ti vincola. Sei meno libero”. Chissà, magari tra qualche giorno anche i democratici torneranno a farsi vivi, certamente sfoggiando una invidiabile tintarella.

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