Ricercatori del Poli contro Profumo
18:00 Venerdì 13 Gennaio 2012Il neo ministro si rimangia gli impegni presi da rettore. I fondi ministeriali arrivati sono insufficienti a sistemare i quasi 350 precari. E il concorso rischia di tagliarne fuori la maggior parte
Profumo ha un alter ego cattivo, anzi un gemello maligno che fa l’esatto contrario di quello predicato dal suo consanguineo buono. A descrivere un Francesco Profumo dottor Jekyll e mister Hyde sono i ricercatori del Politecnico di Torino, guidato fino a pochi mesi fa dal neo titolare dell’Istruzione e Università del governo Monti. A originare la protesta la decisione del ministero di bandire in fretta e furia i concorsi «prima che siano portate a termine le procedure per l’abilitazione nazionale, abilitazione necessaria per legge per poter partecipare al suddetto concorso. Con questo trucco, al limite della legalità ma ben al di là del limite della decenza, si impedirebbe a tutti gli attuali ricercatori di partecipare ai concorsi, indipendentemente da ogni valutazione di merito». Una vera e propria crudeltà, scrivono in una nota i ricercatori organizzati nel Coordinamento, e rammentano le parole pronunciate a suo tempo dal loro ex rettore nell’assicurare l’arrivo dei fondi che sarebbe serviti per non annullare le prospettive di carriera, del resto previsti esplicitamente dalla legge.
«Ora i fondi 2011-2012 sono arrivati. Si tratta di quasi 2,5 milioni di euro per il nostro Ateneo, sufficienti alla progressione di oltre 70 ricercatori del Politecnico al ruolo di Professore Associato». Peccato che i ricercatori del Politecnico siano quasi 350 e le chiamate possibili non sarebbero comunque in grado, se non in minima parte, di alleviare il problema della messa a esaurimento di una categoria che, ricordiamolo, in modo totalmente volontario si assume la titolarità di gran parte dei corsi offerti. «Poteva essere un primo segnale di attenzione – commentano amaramente, anche se non abbiamo dubbi che l’unica vera soluzione rimanga l’istituzione del ruolo unico della docenza universitaria, che consentirebbe di riconoscere in maniera adeguata il ruolo docente dei ricercatori e di costituire l’unico serio futuro per i tanti precari che già ora stanno facendo funzionare l’università». A questo punto non resta loro che una tenue speranza: «che il gemello sia smascherato e che il vero Francesco Profumo possa finalmente diventare Ministro e mantenere le promesse fatte».