Tav, blitz contro l’ala antagonista

Scattata all’alba, l’operazione di polizia sta portando in carcere i protagonisti delle violenze in Valsusa dell’estate scorsa. Tra gli arrestati un ex brigatista ed esponenti di Askatasuna

Vasta operazione della polizia in tutta Italia per l’esecuzione di oltre 40 ordinanze di custodia cautelare per gli incidenti avvenuti a luglio, in Valsusa, contro la linea ferroviaria Tav Torino-Lione. I reati contestati sono lesioni, violenza e resistenza a pubblico ufficiale. Negli scontri al cantiere rimasero feriti oltre 200 uomini delle forze dell'ordine e decine di manifestanti.

 

Le ordinanze sono state emesse dal gip di Torino, Federica Bompieri, su richiesta del procuratore aggiunto Andrea Beconi, nell’ambito di un’inchiesta condotta dalla Questura del capoluogo piemontese ed estesa alle province di Asti, Milano, Trento, Palermo, Roma, Padova, Genova, Pistoia, Cremona, Macerata, Biella, Bergamo, Parma e Modena. La polizia sta notificando 25 provvedimenti di custodia cautelare in carcere, 15 misure di obbligo di dimora, un provvedimento di custodia cautelare ai domiciliari e una misura di divieto di dimora nella provincia di Torino.

Fra le decine di arresti, alcuni riguardano frequentatori del centro sociale torinese Askatasuna, tra cui il leader Giorgio Rossetto, 52 anni, e di “case occupate” a Milano. Un ordine di custodia è stato emesso anche per un militante No Tav attivista di un comitato di Bussoleno, mentre l'abitazione di Guido Fissore, consigliere comunale di Villar Focchiardo e cicerone della famosa “gita scolastica” al cantiere di un liceo bergamasco, è stata perquisita. Tra i nomi degli indagati spicca quello di Paolo Maurizio Ferrari, ex terrorista delle Brigate rosse, considerato l’ultimo degli irriducibili, sul groppone trent’anni di carcere, ed uscito nel 2004. A fargli compagnia un altro manovale degli anni di piombo, Antonio Ginetti di Prima Linea.

 

Gli scontri estivi in Valsusa iniziarono il 24 maggio. Quella notte circa 500 No Tav, che occupavano da giorni l’area della Maddalena di Chiomonte, diedero inizio a una sassaiola contro le forze dell’ordine e i camion degli operai che cercavano di montare le prime reti del cantiere. Il 27 giugno fu il giorno dello sgombero: circa duemila uomini delle forze dell'ordine liberarono l’area occupata e vennero montate le recinzioni su un'area di 36mila metri quadrati. I No Tav passarono al contrattacco per riprendersi la zona il 3 luglio, la giornata più dura, sette ore di scontri tra bombe carta e oggetti tirati contro i poliziotti e, dall’altra, lacrimogeni e idranti.

 

Dopo il blitz della polizia, gli attivisti del movimento No Tav hanno deciso di radunarsi proprio a Villar Focchiardo, annunciando il ritrovo attraverso siti e social network. Gli avvocati del “legal-team” del movimento No Tav - riferiscono gli stessi attivisti - sono già al lavoro per assistere alcuni degli arrestati.

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