Varianti, delibera sospesa
18:33 Venerdì 18 Novembre 2016 0Salta dall'ordine del giorno della Sala Rossa il provvedimento di valorizzazione dei quattro immobili regionali in via di dismissione. Muro contro muro o trattative sotterranee in corso. Passi avanti verso il Consiglio aperto sulla Tav
Altri dieci giorni di trattative. Il Comune di Torino tiene in sospeso la delibera sulle varianti urbanistiche dei quattro immobili di proprietà della Regione in via di dismissione per il trasferimento nel grattacielo: si tratta di piazza Castello, via Principe Amedeo, via Petrarca e Villa Gualino. Il provvedimento, infatti, è stato eliminato dall’ordine del giorno del Consiglio di lunedì e, su proposta del capogruppo Pd Stefano Lo Russo, il vicesindaco Guido Montanari ha concesso le comunicazioni in aula sul tema.
Ennesima puntata di una telenovela amministrativa destinata a tenere banco almeno per un paio di settimane: la deadline è fissata per il 30 novembre, data in cui Palazzo Civico dovrà approvare l’assestamento di bilancio per il quale servono come il pane le risorse derivanti dalla delibera in questione. Difficile comprendere, dopo la durissima presa di posizione della Regione, tramite il vicepresidente Aldo Reschigna, che addirittura aveva brandito l’arma dei “poteri sostitutivi” - quelli che in casi eccezionali gli permetterebbero di sostituirsi al Comune - se questa sospensione sia la certificazione di un muro contro muro, tra Città e Regione, oppure se, come filtra da via Milano, rappresenti la prosecuzione di una trattativa
nell’interesse dei due enti. Anche perché, sempre secondo fonti interne all’amministrazione comunale, Chiara Appendino si sarebbe ritrovata in bilancio un’altra sorpresa poco gradita, ovvero una entrata stimata dalla precedente giunta di 15 milioni alla voce “una tantum dalla Regione”. Ma dalle varianti al massimo potrebbero arrivarne 7 e allora come si chiudono i conti? Probabilmente è di questo che gli uffici stanno discutendo per arrivare a una soluzione condivisa.
Intanto, nella conferenza dei capigruppo di oggi, sarebbe arrivata un’apertura da parte delle opposizioni sull’organizzazione del Consiglio aperto sulla Tav. Il Pd e il centrodestra hanno chiesto garanzie affiché nel dibattito vengano rappresentate tutte le posizioni e misure di sicurezza per prevenire eventuali rischi di ordine pubblico. Al Movimento 5 stelle spetterà l’onere di avanzare una proposta. Per calendarizzare il Consiglio aperto servono le firme di 27 consiglieri su 40, il gruppo pentastellato può contare su 24 membri più la sindaca. Al momento, dai banchi delle minoranze, si registra la disponibilità di Eleonora Artesio, esponente della sinistra.