GRANDI OPERE

Appendino: stop alla ratifica Tav

Alla vigilia del voto, la sindaca grillina di Torino chiede a governo e Camera di sospendere gli accordi con la Francia. Una lettera firmata con il collega di Napoli De Magistris e di Rivalta. Ma domani l'opera otterrà il semaforo verde - DOCUMENTO

La Camera dei Deputati sospenda la ratifica del trattato italo-francese sul Tav. È la richiesta contenuta in una lettera sottoscritta dal sindaco di Torino, Chiara Appendino, assieme ai colleghi di Napoli, Luigi de Magistris, e di Rivalta Mauro Marinari, e dal presidente dell'Unione montana Valle Susa, Sandro Plano. Nella missiva indirizzata oggi, alla vigilia del voto di Montecitorio, alla presidente Laura Boldrini, al premier Paolo Gentiloni, al ministro delle infrastrutture Graziano Delrio e a tutti i deputati, si osserva che la Torino-Lione comporterà un finanziamento di 2,9 miliardi di euro nonostante i “gravi problemi che travolgono il nostro Paese”, dalla ricostruzione post-terremoti alla messa in sicurezza di scuole ed edifici pubblici e all’efficienza del trasporto locale. È dunque “necessaria e urgente una riflessione sulle effettive priorità”. Al presidente del Consiglio e al ministro delle Infrastrutture si richiede un incontro per “esporre nei dettagli queste esigenze che riteniamo essere condivise da molte amministrazioni del territorio a livello nazionale”.

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La Appendino sceglie quindi un profilo “istituzionale” dopo aver disertato il flash mob promosso ieri a Susa, a cui ha preferito mandare il suo vice Guido Montanari, sempre più uomo di “frontiera”, a cui viene delegata la rappresentanza con quelle aree dell’elettorato legate ai movimenti sociali.

Difficilmente la richiesta potrà essere accolta, visto che per domani il calendario della Camera prevede il via libera definitivo alla ratifica dell’Accordo tra Italia e Francia per l’avvio dei lavori della sezione transfrontaliera della nuova linea ferroviaria Torino-Lione. Sul testo approvato dal Senato, rispetto al quale è stata presentata dai grillini una pregiudiziale, su cui l’Assemblea di Montecitorio dovrà esprimersi prima di passare al voto sugli articoli, oggi si è svolta la discussione generale. “Finalmente, nei primi mesi del 2017, partiranno i lavori di scavo del nuovo tunnel ferroviario sotto il Moncenisio, destinato a sostituire la storica, e gloriosa, galleria del Frejus”, ha detto il relatore Marco Causi (Pd) spiegando che il progetto è cofinanziato al 40% dall’Ue, ma l’accordo fra Italia e Francia va ratificato con legge entro la fine dell’anno per non perdere 3,3 miliardi di contributi europei”.

L’infrastruttura, ha ricordato Causi, permetterà “la drastica riduzione di quei 2,6 milioni di Tir in transito sulla direttrice Italia-Francia e il dimezzamento dei tempi di viaggio per i passeggeri da Torino a Lione, con un risparmio di ben due ore per giungere a Parigi. L'obiettivo, è quello di togliere dalle autostrade della Liguria, del Piemonte e della Val d’Aosta almeno un milione di Tir all'anno, portando verso il 50% la quota di trasporto merci su ferrovia rispetto all’attuale 9 per cento”.

Il progetto definitivo, ha spiegato il relatore al disegno di legge, “è radicalmente diverso da quello originario. Dagli 82 km di linea in nuova sede si è passati a soli 32, massimizzando il riutilizzo e l’ammodernamento della linea storica esistente, oltre che di altre infrastrutture. Il consumo di suolo è praticamente nullo e si permetterà di far respirare sia le montagne che la Liguria, riducendo le emissioni di Co2 in una misura pari alla produzione complessiva di anidride carbonica generata da una città di 300mila abitanti”. Causi ha inoltre puntualizzato che “agli appalti si applicherà la normativa antimafia italiana, anche sui lavori che si svolgono sul territorio francese. E ha concluso che “è legittimo essere ancora contrari, ma è necessario un esercizio di vera onestà intellettuale nel giudizio e, soprattutto, bisogna dissociarsi dai comportamenti violenti e intimidatori”.

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