PALAZZO CIVICO

Un buco nell’acqua (pubblica) Comitati contro Appendino

L'accorato appello di Rosolen, a pochi giorni dalla presentazione del bilancio di Torino. Domani l'incontro con i movimenti. L'extradividendo garantisce 8 milioni e la sindaca potrebbe usarlo per far quadrare i conti

Chiara Appendino rinunci ai soldi dell’acqua pubblica”. A pochi giorni dalla presentazione del bilancio a cinque stelle del Comune di Torino, i comitati che hanno sostenuto il Movimento alle elezioni tornano a farsi sentire su uno dei temi simbolo della battaglia grillina. A parlare è Mariangela Rosolen, la pasionaria del Comitato Acqua Pubblica, una delle animatrici dell’incontro previsto sabato in via Leoncavallo dal titolo eloquente: “Un bilancio senza vincoli”.

La voce circola ormai da giorni, ma lo zelante staff della sindaca per ora non conferma e non smentisce. I soldi degli utili di Smat? “Bisogna guardare la luna, non il dito”. Filosofia a parte, quel che sembra sempre più certo è che i proventi quelle risorse verranno iscritti per far quadrare i conti di Palazzo Civico contribuendo al pareggio per una cifra che varia tra i 7 e gli 8 milioni. Una ipotesi di cui la Rosolen non vuole neanche sentir parlare: “Prima ancora che nascesse il M5s – racconta – il gruppo Meet up 13 fu tra i promotori dei comitati per l’acqua pubblica. Raccogliemmo insieme le firme, combattemmo fianco a fianco durante la battaglia referendaria e ora neanche ci incontrano”.

Appendino già provò a utilizzare le risorse del fondo di riserva di Smat in sede di assestamento, ma l’operazione sfumò a causa dell’opposizione degli altri comuni soci. Ora ci potrebbe riprovare, peraltro con più tempo per trovare un accordo con gli altri sindaci. Di certo c’è che nei giorni scorsi è partita una missiva da Palazzo Civico ai vertici della società per informarsi sull’entità delle risorse che potrebbero derivare dagli utili.

Di acqua pubblica si è dibattuto in aula nel consiglio del 20 febbraio scorso, quando è stata discussa una mozione del consigliere democratico Enzo Lavolta, che proponeva “la redistribuzione ai Comuni soci Smat degli eventuali utili dell’azienda,  destinandoli al reinvestimento nel miglioramento delle infrastrutture e del servizio sul territorio degli enti locali consorziati, oppure alla riduzione della tariffa per gli utenti di tale territorio”. Il Movimento 5 stelle ha respinto la proposta, rilanciando sulla realizzazione di un piano di fattibilità per trasformare la Smat in azienda speciale consortile di diritto pubblico. Un modo, secondo l’opposizione, di “buttare la palla in tribuna” al punto che alla fine la discussione è stata sospesa.

“Non li riconosco più. Non hanno idee, se non quelle di chi c’era prima – attacca ancora la Rosolen -. A ogni richiesta di chiarimento gli assessori scappano a gambe levate e la sindaca ormai non la vediamo più neanche in cartolina. I consiglieri ci guardano con occhi smarriti e non sanno neanche loro a che santo votarsi”. E poi spalanca le braccia: “Mi chiedo perché abbiano questi atteggiamenti, non voglio pensare che siano dei voltagabbana”.

Finora a gestire i rapporti con la “base” fatta di associazioni e comitati ci ha pensato il vicesindaco Guido Montanari, lo stesso che “aveva assunto il ruolo di mediatore – conclude la Rosolen – ma ora si è scocciato di fare il capro espiatorio, soprattutto dopo che gli hanno fatto digerire quell’obbrobrio sugli oneri di urbanizzazione”. Mentre nel gruppo continuano le fibrillazioni in vista della lunga maratona in Sala Rossa sul bilancio.

print_icon