REGIONE

Sanità, l’emergenza è finita

Il Piemonte esce dal piano di rientro. Firmato questa mattina a Roma l'ultimo atto dopo un purgatorio di sei anni. L'assessore Saitta: "Ora investimenti e assunzioni"

Il Piemonte è fuori dal piano di rientro dal debito sanitario. Questa mattina è arrivato l’atto formale che sancisce la fine del pre-commissariamento: la Regione, rappresentata dai tecnici dell’assessorato alla Sanità guidati dal direttore Renato Botti, ha firmato a Roma l’ultimo verbale di verifica insieme ai funzionari del Ministero della Salute e del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Una notizia che era ormai data per scontata ma che, dopo la sua formalizzazione, permetterà di passare a quella che l'assessore alla Sanità Antonio Saitta definisce la fase 2, caratterizzata da investimenti e assunzioni.

“Ora la Giunta Chiamparino può finalmente approvare il piano assunzioni per il 2017, che consentirà agli ospedali piemontesi di non subire più la carenza di personale cui sono stati sottoposti fin dal 2010 - sottolinea Saitta -. Si tratta di un successo per l'esecutivo regionale, che si era posto questo obiettivo all’inizio del mandato, ma anche per tutta la sanità piemontese”. Sono 600 le nuove assunzioni - tra medici e infermieri - annunciate da corso Regina Margherita, di cui un primo lotto da 150 è già stato bandito dalla Città della Salute di Torino che poi distribuirà il personale tra le Asl torinesi. “Ora torniamo ad avere autonomia nell'intervenire per risolvere i problemi reltivi alla carenza di personale, alla situazione dei pronto soccorso, allo sviluppo dell'assistenza territoriale” dice Chiamparino.

Il Piemonte era l'unica regione del Nord Italia a essere sottoposta al piano di rientro: “Dopo anni – continua l’assessore - in cui il settore non era governato e i conti continuavano a essere fuori controllo, siamo riusciti a raggiungere l’equilibrio economico nei bilanci e ad approvare le riforme necessarie a riportare ordine, acquisendo nuovamente credibilità in sede ministeriale. Tutto questo mantenendo alta la qualità complessiva delle prestazioni: basti solo pensare che nell’ultima griglia che misura i Livelli essenziali di assistenza (Lea) stilata dal Ministero della Salute, il Piemonte è salito al secondo posto in Italia dietro alla Toscana”.

Il Piano di rientro era stato siglato il 29 luglio 2010, a pochi mesi dall'insediamento della giunta di Roberto Cota, con l’obiettivo di riportare entro il 2012 la spesa del servizio sanitario regionale sotto controllo, attraverso una serie di provvedimenti strutturali di razionalizzazione e riqualificazione di fatto predisposti dal tavolo interministeriale Massicci, dal nome del dirigente che per anni ha fatto le pulci ai conti della sanità piemontese. Nel corso degli anni è stato necessario integrarlo con un addendum e prorogarlo attraverso programmi operativi che si sono protratti nel tempo. Durante tutto questo periodo i tecnici ministeriali hanno monitorato con estrema attenzione i bilanci delle aziende sanitarie e tutte le azioni intraprese dalla Regione per contenere la spesa e riformare la rete ospedaliera.

 “Questo periodo è terminato – aggiunge Saitta –. Adesso partirà in concreto la fase due della sanità piemontese, quella della crescita: assunzioni, investimenti, nuovi ospedali, sviluppo della rete di assistenza territoriale, riduzione delle liste d’attesa”. Per quando riguarda l'edilizia sanitaria è stato già annunciato dalla Regione un piano da un miliardo di investimenti tra le Città della Salute di Torino e Novara, il nuovo ospedale di Moncalieri, quello di Venaria Reale, di Verduno (nel Vco) e di Nizza Monferrato nell'Astigiano.

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