Costa quel che costi all’authority
06:45 Giovedì 05 Aprile 2012Il parlamentare cuneese sgomita per un posto all’organismo di tutela della privacy. Mentre la “redenta” Siliquini punta all’Agcom. I primi esclusi nella lista di Montecitorio scaldano i motori
La legislatura è al crepuscolo e la prospettive per i partiti non sono certo esaltanti. Così nella pattuglia parlamentare è già scattato il “si salvi chi può”. E allora, quale riparo più accogliente di una authority – quasi tutte in scadenza – in attesa che passi la buriana? Secondo voci sempre più insistenti, a un passo dagli organismi di garanzia per la privacy e per le comunicazioni (Agcom) ci sarebbero proprio due parlamentari piemontesi. Si tratta rispettivamente del coordinatore del Pdl cuneese Enrico Costa e della deputata Maria Grazia Siliquini.
Il primo, da capogruppo in commissione Giustizia di Montecitorio, ha costruito in questi mesi un rapporto solidissimo con l’asse Alfano-Letta-Ghedini, che starebbero lavorando alacremente per la sua promozione. A sostegno della Siliquini, invece, si starebbe spendendo senza riserve Denis Verdini, vero regista del suo rientro nel Pdl dopo la fuitina in Fli. A prima vista, il premiare una parlamentare tutto sommato marginale come la Siliquini, peraltro ormai alla quinta legislatura dopo l’esordio nel Ccd agli albori della Seconda Repubblica, parrebbe una scelta astrusa. In realtà, le gole profonde romane sostengono che Verdini sotto quella scorza di spregiudicatezza che gli viene spesso assegnata, nasconda il tratto di un uomo capace di mantenere sempre gli impegni. E poiché già a suo tempo fu proprio lui a promettere alla Siliquini un posto nel consiglio di amministrazione delle Poste, poi sfumato, pare sia giunto finalmente il momento di onorare la cambiale da tempo in scadenza. Nell’eventualità che l’avvocato torinese entri nel board dell’authority, a subentrare in Parlamento sarebbe Angiolino Mastrullo, consigliere regionale e luogotenente a Palazzo Lascaris dell’ex sottosegretario Guido Crosetto, il quale con ogni probabilità dovrebbe decidere di rimanere a Palazzo Lascaris, aprendo così le porte di Montecitorio all’ex assessore regionale alla Sanità Caterina Ferrero.