M5s, “non ti voto più”
Oscar Serra 13:30 Venerdì 02 Marzo 2018 7Deborah Montalbano, consigliera grillina di Torino, volta le spalle ai Cinquestelle nell'urna di domenica e prepara l'addio al gruppo: "Tradito lo spirito originario". Un'altra grana per Appendino
Un piede fuori dal Movimento 5 stelle già ce lo aveva, ora di fatto Deborah Montalbano sancisce la sua uscita dalla formazione grillina. Lo fa con un post su facebook in cui critica l’ipotetico governo tecnico di Luigi Di Maio e annuncia che nelle urne non voterà il simbolo pentastellato. Non è lei ad aver cambiato idea, si affretta a precisare, piuttosto è il Movimento ad aver cambiato pelle. Subito dopo le elezioni Montalbano annuncerà la sua uscita ufficiale dal M5s, ma a oggi pare non abbia nessuna intenzione di dimettersi da consigliera. Con questa uscita la Montalbano - finita nella bufera per i rimborsi taxi e per aver usato un’auto di servizio per andare a prendere la figlia a scuola, e quindi dimessasi dalla presidenza della commissione Welfare e Sanità- anticipa il verdetto sulla sua espulsione che l’assemblea degli attivisti torinesi dovrà pronunciare il prossimo 9 marzo.
Così la pasionaria delle Vallette, il volto delle battaglie grilline contro l’emergenza casa e gli sfratti, apre la prima vera faglia nella maggioranza di Chiara Appendino che dal prossimo consiglio dovrà affrontare grane politiche tutt'altro che irrilevanti, dal bilancio alle Olimpiadi. Non è un caso che Montalbano contesti il metodo con cui Di Maio ha scelto per un eventuale esecutivo persone esterne al Movimento, dopotutto è “il modello Torino proiettato a livello nazionale”. Un sistema contro il quale in questi due anni di amministrazione la consigliera (ex) grillina si è più volte espressa, come dimostrano gli attacchi sferrati a più riprese alla giunta di Appendino, con particolare acrimonia a Sonia Schellino, assessore “senz’anima” al Welfare. “È questo scegliere i competenti la più grande mazzata che il movimento si sta dando,trasformando un sogno in un incubo ed ennesima illusione per i cittadini”, perché i tecnici, senza un indirizzo politico forte “rappresentano tutto e il contrario di tutto” e per questo, secondo Montalbano, sono destinati ad annacquare nella realpolitick i le ambizioni di cambiamento degli elettori grillini. Promuovendo politiche “senza valori, passione o ancora ideali”.
La strada intrapresa da Di Maio è la stessa scelta da Chiara Appendino nel 2016: l’annuncio prima delle urne della squadra, la scelta per l’esecutivo di esperti (o presunti tali) esterni al Movimento con il rischio che “la parte politica del movimento, coloro che hanno dato l’anima per questo progetto non avranno voce in capitolo per influenzare la politica di governo” dice Montalbano, preconizzando a livello romano quel che ritiene essere accaduto a Torino. “Per questo motivo – conclude - io non voterò il Movimento 5 stelle”. Pur non dicendolo apertamente, Montalbano ha fatto sapere agli amici più stretti (nel gruppo gliene sono rimasti pochi) che sarebbe orientata a dare la propria preferenza a Potere al Popolo, soprattutto per la stima nei confronti di uno dei suoi candidati, l’avvocato Gianluca Vitale, da sempre vicino alla causa dei migranti.