POLITICA & GIUSTIZIA

“Quel grattacielo non è più il mio”

Le parole di Fuksas prima di deporre al processo sulle presunte irregolarità nei subappalti del nuovo palazzo della Regione Piemonte. "Dove avevo previsto l'acciaio è stato usato il cemento armato"

Le vicissitudini del nuovo grattacielo - ancora in costruzione dopo anni - che a Torino dovrebbe ospitare la sede della Regione Piemonte “sono emblematiche delle difficoltà italiane”. Lo ha detto l’architetto Massimiliano Fuksas prima di deporre in tribunale come persona informata dei fatti al processo contro sei fra imprenditori e dirigenti dell’ente per le presunte irregolarità che fra il 2011 e il 2013 accompagnarono l’affidamento di alcuni subappalti. Fuksas ha affermato che il suo progetto iniziale è stato profondamente modificato; secondo la procura di Torino, in effetti, furono apportate delle varianti al solo scopo di favorire delle aziende. “L’involucro - ha spiegato l’architetto - è rimasto lo stesso. Ma dove avevo previsto l’uso dell’acciaio è stato utilizzato per due terzi il cemento armato. Io avevo pensato a una struttura leggera”. “Così invece è diventata rigida, con gli inconvenienti che ne conseguono - ha aggiunto -. Peraltro sono lievitati i costi. Eppure lo sanno tutti che il cemento è più costoso dell’acciaio. È stata una follia”. Quanto al motivo per il quale sono state apportate le modifiche, Fuksas ha detto che sarà il processo a accertare la verità. “Io faccio l’architetto, non il giudice. Ma so che il diavolo fa le pentole e non i coperchi”.

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