POLITICA & GIUSTIZIA

Caso Pasquaretta, "inesistente" la prestazione al Salone

Si sarebbe trattato di una collaborazione fittizia, quella svolta dal portavoce di Appendino, indagato per peculato. Con i 5mila euro incassati (e poi restituiti) avrebbe arrotondato lo stipendio. Ora è in ferie, ma potrebbe presto lasciare definitivamente Palazzo civico

Luca Pasquaretta, portavoce della sindaca di Torino Chiara Appendino, percepì dalla Fondazione del Salone del Libro cinquemila euro, nel 2017, per quella che viene considerata una “prestazione inesistente”. Questa, secondo quanto si apprende, è l’ipotesi di accusa formulata dalla procura di Torino nell’ambito dell’inchiesta in cui Pasquaretta è indagato per peculato in concorso con Mario Montalcini, all’epoca vicepresidente operativo della Fondazione. Pasquaretta, dopo avere ottenuto l’autorizzazione dal Comune, risulta avere prestato la propria consulenza per ottanta ore dal 16 al 31 maggio 2017. Eppure proprio Pasquaretta ha garantito di aver svolto il proprio compito al servizio di Massimo Bray senza risparmiarsi, lavorando "pancia a terra", come del resto aveva assicurato lo stesso Montalcini, che materialmente ha sottoscritto l'incarico.

Mentre si attendono gli sviluppi dell’indagine, Pasquaretta che nel frattempo ha annunciato di aver restituito l’ammontare dell’incarico alla Fondazione, si è messo in ferie. Con uno stringato sms ai giornalisti informa che sarà assente da Palazzo civico fino al 25 luglio, anche se nelle ultime ore circola voce che la sua “vacanza” più o meno forzata potrebbe protrarsi fino alla presentazione delle sue dimissioni, fortemente auspicate da una parte dei consiglieri grillini e da alcuni assessori. Appendino, sempre stando ai rumors, avrebbe trovato una sistemazione per il suo fido “pitbull”, come lei stessa ha battezzato il suo braccio destro: assistente di un parlamentare M5s.

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