PIAZZA CASTELLO

Migliorano i conti della Regione, ma la Sanità è il tallone d'Achille

La magistratura contabile promuove il risanamento messo in atto dall'amministrazione Chiamparino, ma critica l'operazione Finpiemonte e le politiche sanitarie: "Pochi investimenti e il problema delle liste d'attesa non si è risolto nonostante gli annunci"

Migliora lo stato finanziario della Regione Piemonte, ma la Sanità resta il tallone d’Achille dell’amministrazione di Sergio Chiamparino: servono maggiori investimenti nell’edilizia e un vero piano per le liste d’attesa. È questo in sintesi ciò che è emerso durante la “parifica” del bilancio 2017 della Corte dei Conti. Secondo quanto certificato dalla magistratura contabile, è diminuito il disavanzo, ma restano alti i debiti e soprattutto bassi gli investimenti. A questi punti, poi, si aggiungono altre delle questioni critiche: la scarsità di risorse nell’edilizia sanitaria, il caso Finpiemonte e le mancate dismissioni di immobili provocate dai ritardi nei lavori del grattacielo. La sezione di controllo, presieduta da Maria Teresa Polito, mette il bollino sul rendiconto 2017, ma non mancano le criticità a partire dai “tempi eccessivi delle liste di attesa” che “nonostante i numerosi annunci, sono lontani dall'essere risolti” denuncia la Procura, tirando in ballo direttamente l'assessore Antonio Saitta. Sia la sezione, sia la procura regionale sostengo che le finanze sono migliorate a partire dal calo del disavanzo nato dalla cancellazione di alcune obbligazioni che hanno generato dei debiti fuori bilancio. Il disavanzo è passato dai 7,5 miliardi del 2016 ai 6,9 del 2017. Pesano ancora i debiti da rimborsare, pari a 5,351 miliardi di euro e, anche se la Regione nel 2017 non ha sottoscritto nuovi prestiti, deve pagare interessi molto elevati.

I giudici di via Bertola evidenziano anche quest’anno un calo degli investimenti nella sanità: “Nel 2017 risultano investimenti destinati all'edilizia sanitaria per soli 20.750.796,.70 euro”, si legge nell’intervento del procuratore regionale Giancarlo Astegiano. Secondo la sezione di controllo, guidata da Maria Teresa Polito, questa riduzione di spese non risolve i problemi dovuti alla lentezza della programmazione e alla conclusione dei lavori nell'edilizia sanitaria.

“La necessità di realizzare nuovi presidi ospedalieri si scontra con la ridotta possibilità di intervento finanziario - annota ancora il procuratore - alla quale si è cercato di sopperire con la previsione di un massiccio intervento finanziario privato che, ovviamente, avrà quale conseguenza la presenza di oneri di gestione elevati a titolo di corrispettivo annuale che le aziende ospedaliere o sanitarie dovranno versare”. Queste analisi, però, non tengono conto del piano di edilizia sanitaria approvato a soltanto all'inizio di maggio. 

Dalla procura, poi, partono delle critiche alla gestione di Finpiemonte e alle sue “opacità”, con le verifiche fatte dopo l'inchiesta (quella sull’ex presidente Fabrizio Gatti e altri) che “hanno messo in luce aree di inadeguatezza organizzativa”. A partire da quel caso giudiziario i procuratori sollevano anche “forti dubbi in ordine all'organizzazione del settore regionale che si occupa degli organismi partecipati, sia in relazione alle attività di indirizzo che a quelle successive di controllo”. La sezione di controllo, da parte sua, evidenzia che “grave perplessità ha destato la stessa scelta strategica che ha investito dal società”, cioè la sua trasformazione in una banca. Dopo l'aumento di capitale da 600 milioni, “la scelta risulta abbandonata a distanza di soli due anni e ciò proprio per le difficoltà incontrate dalla società in house di Regione a ricoprire il nuovo ruolo che il socio di controllo ha inteso dare”. “Su Finpiemonte - ha spiegato il Chiamparino - oltre alle fragilità ci è successo un fatto esogeno a ciò che compete agli amministratori”, cioè il trasferimento di 50 milioni circa su un conto svizzero e la sparizione di circa 6 milioni, un fatto che “mai nessun ente di controllo, e non parlo di questa sezione, ci ha segnalato”.

Nello scorso anno secondo la procura c’è stato un calo del costi della politica, da 52 a 43 milioni di euro, merito del cambiamento della legge sui fondi ai gruppi consiliari (con 3.500 euro a gruppo per ogni consigliere) e con la riforma sui vitalizi. Calano anche gli incarichi di consulenza esterna. Il vicepresidente Aldo Reschigna, intervenendo in aula, ha voluto sottolineare il grande miglioramento dei conti evidenziando ad esempio i pagamenti più rapidi delle Asl ai fornitori. Al termine dell'udienza la sezione di controllo ha parificato i conti chiedendo di coprire alcuni interventi, per un totale di circa 240 milioni di euro, nel corso dell'assestamento del bilancio in autunno, una cifra che la Regione ritiene molto più alta di quella calcolata dagli uffici di piazza Castello.

“Con la parifica da parte della Corte dei Conti viene riconosciuta l’efficacia dell’opera di risanamento del bilancio regionale, che giunge a questo risultato in anticipo rispetto al programma di copertura del disavanzo. In soli tre anni, dal 2014 al 2017, il disavanzo è passato dagli 8,25 miliardi ai 6,93 miliardi – affermano in una nota congiunta Chiamparino e Reschigna -. Questo non solo dimostra la correttezza delle scelte compiute, ma avrà effetti benefici anche sui conti del 2018 perché permetterà di abbassare la quota annua di copertura del disavanzo”. Passi in avanti sono stati compiuti anche nel recupero sui ritardi dei pagamenti delle aziende sanitarie, sul trasporto pubblico locale, dove è stato azzerato un disavanzo di 430 milioni di euro, nel personale, con le riduzioni dei costi. “Naturalmente – concludono i vertici di piazza Castello - l’opera di risanamento non si conclude qui. Occorre mantenere anche nei prossimi anni un equilibrio finanziario che permetta di ridurre il disavanzo e insieme garantire risorse ai settori centrali, dalle politiche sociali allo sviluppo economico, dal diritto alla studio alla Cultura privilegiando investimenti che aiutino lo sviluppo dell’intera regione”.

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