Rete Bianca e il civismo

Ci sono due priorità per il movimento politico nazionale della “Rete Bianca”. La prima, ed è la mission principale di questo movimento, è quello di favorire la ricomposizione dei vari spezzoni del cattolicesimo politico italiano. Un obiettivo che nasce da una situazione oggettiva. E cioè, dopo il voto del 4 marzo sono definitivamente tramontati i cosiddetti “partiti plurali”, cioè Partito democratico da un lato e Forza Italia dall’altro. Certo, quei due partiti continuano ad esistere ma per consistenza numerica, profilo politico e pluralismo interno sono ormai del tutto diversi rispetto alla loro funzione originaria. Per fermarsi al Pd, ad esempio, oltre alla ormai consueta e cronica conflittualità interna, è indubbio che in quel partito convivono due linguaggi, due prospettive, due progetti e due classi dirigenti profondamente diversi tra di loro. Del resto, dopo 4 anni di “partito personale”, ovvero l'ormai celebre “PdR”, cioè il partito di Renzi, adesso è francamente difficile ritornare alla visione originaria veltroniana dove convivevano culture e filoni ideali diversi e dove la guida del partito aveva il compito di creare in sintesi politica in cui tutto il partito si poteva riconoscere. Quella fase storica si è chiusa. Cosa capiterà realmente in quel partito si vedrà però ad ottobre.

Quindi, se la priorità vera di Rete Bianca è quella di dar vita, con altri come ovvio, ad una nuova soggettualità politica riformista, democratica, popolare e di ispirazione cristiana, è indubbio che a livello locale - nello specifico a livello piemontese - la priorità adesso è anche quella di favorire una ricomposizione di quel “civismo” che rappresenta, soprattutto in una regione come la nostra, una risorsa politica, culturale e territoriale di grande importanza. Un civismo di varia natura accomunato però da una profonda sfiducia nei confronti dei partiti tradizionali ma desideroso, al contempo, di un rinnovato impegno politico e amministrativo. Un civismo culturale - cattolico e laico -, un civismo amministrativo con le ricche e plurali liste civiche, un civismo territoriale e associativo articolato e complesso ma profondamente radicato nelle varie comunità locali. Insomma, un giacimento di risorse materiali e intellettuali e, soprattutto, armato di concretezza e di progettualità che non può e non deve essere abbandonato a se stesso.

Ecco perché Rete Bianca, con altre esperienze civiche che da anni lavorano sul territorio, intende contribuire a ritessere quel filo di impegno e di presenza politica disseminato in tutta la regione e ansioso di poter partecipare ad un progetto di presenza politica ed amministrativa. Senza restare pregiudizialmente impigliati in categorie come destra e sinistra che ormai, come la concreta esperienza politica dimostra, appartengono a fasi storiche che stanno alle nostre spalle. Dunque, un rinnovato protagonismo del civismo per ridare qualità alla politica, autorevolezza alla classe dirigente e, sopratutto, per ridare voce a settori e a mondi vitali che per troppo tempo sono stati compressi ed ingiustamente sottovalutati.

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