POLITICA & SANITA'

Sanità, "Tanti annunci pochi fatti"
Medici di famiglia contro la Regione

Severa critica di Venesia, riconfermato alla guida della Fimmg piemontese. Sull'assistenza territoriale "siamo in ritardo, occorre passare dalle politiche delle parole ad atti concreti". Tra le priorità il rinnovo degli accordi: "Serve un progetto condiviso"

“I cittadini piemontesi, i tanti anziani, fragili, malati cronici che affollano ogni giorno i nostri studi e i pronto soccorso non possono più aspettare. Se l’attuale governo regionale sia veramente intenzionato ad avviare un serio cambiamento dell’assetto sanitario del Piemonte, attraverso l’abbandono di politiche ospedalo-centriche e il potenziamento dell’assistenza territoriale, lo si capirà da ciò che verrà attuato con serietà nei prossimi mesi in termini di approfondimento, discussione e soprattutto di realizzazione di un progetto condiviso”.

Una critica severa e un richiamo forte quelli rivolti alla Regione da Roberto Venesia, appena riconfermato al vertice della Fimmg, la Federazione italiana dei medici di medicina generale. “Siamo in ritardo. Vorrei si passasse dalle politiche degli annunci a quelle dei fatti e i fatti per quanto ci riguarda passano a loro volta dai rinnovi degli accordi. Quello collettivo nazionale ci consegna temi non da poco, tra cui la gestione delle cronicità, le liste d’attesa e gli accessi impropri ai pronto soccorso. Ora tocca alla Regione” spiega il segretario del maggiore sindacato dei medici di famiglia con il 74,31% di rappresentanza dei camici bianchi.

A testimonianza del tempo da recuperare in fretta, Venesia cita, tra l’altro, l’assistenza all’interno delle residenze, dove “il personale medico opera in virtù di una delibera regionale che risale del 1997 e assolutamente superata”. C’è poi da costruire la rete dei medici di famiglia, indirizzare investimenti su personale di studio. “Siamo i più avanti nella digitalizzazione questo è un risultato importante. Tuttavia –  osserva il sindacalista – non possiamo assumerci la governance delle cronicità facendolo a mani nude: servono collaboratori e personale infermieristico”.

I medici di famiglia sono pronti a collaborare per evitare accessi impropri al sistema ospedaliero dell’urgenza evitando l’ingolfamento dei pronto soccorso con ambulatori per codici bianchi, “ma sto ancora aspettando una risposta dalla Regione a una nostra proposta”.

All’assessore alla Sanità Antonio Saitta, la Fimmg piemontese chiede di “calendarizzare inmaniera serie puntuale i tavoli di trattativa per arrivare entro la fine dell’anno a definire un accordo integrativo che tenga conto di queste necessità e possa risolvere i problemi che noi evidenziamo e che sono noti da tempo”.

Un rapporto quello tra la rappresentanza sindacale e l’assessorato di corso Regina non certo facilitato dai cambi al vertice operativo. “Andato via Fulvio Moirano avevamo avviato il dialogo con il nuovo direttore regionale Renato Botti, poi poco più di un mese fa anche lui se ne è andato. Adesso c’è il facente funzione Danilo Bono. È evidente come questi cambi accentuino un problema di interlocuzione. Ogni volta bisogna ricominciare. E, come si dice in dialetto siamo sempre al pian dei babi”. 

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