Piano trasporti su un binario morto

E' chiuso in un cassetto il "taglio dei rami secchi" voluto dall'assessore Bonino. Province, pendolari e Trenitalia sul piede di guerra. E piazza Castello salva la tratta Novara-Varallo

IN CARROZZA Moretti, Cota e Bonino

L’assessore Barbara Bonino utilizzò a suo tempo una metafora bucolica per indicare i tagli che il Piemonte si apprestava a varare nel trasporto pubblico regionale su rotaia. “Estirperemo i rami sacchi” disse. Che tradotto voleva dire sopprimere una decina di tratte tra cui l’Alba-Asti, l’Alba-Alessandria, la Pinerolo-Torre Pellice, la Casale-Vercelli, la Chivasso-Asti, la Ceva-Ormea, l’Asti-Casale-Mortara, la Cuneo-Mondovì, la Cuneo-Saluzzo-Savigliano, la Novi-Tortona, l’Alessandria-Ovada e la Santhià-Arona. Tutti rami secchi, ovvero convogli sottoutilizzati rispetto al loro costo, e l’ordine perentorio è risparmiare. Con buona pace dei pendolari, molti dei quali dotati di un abbonamento annuale che presto diventerà carta straccia. Se è vero, infatti, che da un lato i servizi su rotaia soppressi dalla Regione verranno rimpiazzati con autobus e navette, è già stato annunciato che i gestori di questi diversi servizi non hanno nessuna intenzione di convertire il vecchio abbonamento con quello nuovo (dopotutto che interesse ne avrebbero?).

 

Le riunioni si susseguono a spron battuto nell’ufficio dell’assessore, ormai presidiato dal suo factotum Viorel Vigna, dal momento che Bonino - la quale non è detto che inchiostrerà di suo pugno la spinosa delibera - si vede sempre più sporadicamente dalle parti di via Belfiore (e quasi mai in Consiglio). Il piano di efficientamento viene convocato con regolarità e presieduto da Lorenzo Marchisio. E intanto cresce il malcontento delle province più colpite dai tagli, comprese quelle più vicine politicamente ai vertici di piazza Castello, a partire proprio da Giovanna Gancia, presidente della Granda, tra i territori più penalizzati se il piano così come annunciato dovesse essere confermato. Sì, perché, intanto, qualche limatura non è mancata, come dimostra il salvataggio in extremis della Novara-Varallo, in un primo tempo tra le sacrificabili, ma poi ritirata dalla lista nera. Che possano essere state determinanti, in questo caso, le origini del governatore Roberto Cota e di uno degli assessori forti della sua giunta come Massimo Giordano? A pensare male si fa peccato, certo, ma spesso… Fatto sta che l’approvazione di un piano definitivo continua a essere procrastinata: dipende dal varo del bilancio in cui si saprà quante risorse saranno a disposizione dell’assessorato e quanti soldi potrà destinare ai servizi sostitutivi. Intanto, però, secondo quanto trapela da ambienti vicini a Ferrovie dello Stato, anche Trenitalia inizierebbe a indispettirsi di fronte a questi continui rinvii. Anche perché a breve dovrà essere approvato il nuovo orario estivo e dalle parti di piazza Castello del doman non v’è certezza. 

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