A tempo debito

Il bilancio dello Stato per quanto complesso e articolato non è diverso nei suoi principi di base da qualsiasi altro bilancio, che sia di una azienda, di una associazione benefica o di una famiglia. Il principio di base è che le uscite devono essere coperte dalle entrate. Se quest’ultime sono inferiori alle uscite c’è un problema, come qualsiasi padre di famiglia sa. Per coprire le maggiori uscite non ci sono molte alternative: si possono aumentare le entrate, si accende un prestito da restituire nel tempo o si vende qualcosa per coprire la differenza; l’altra strada è diminuire le spese. E questo è vero per ogni bilancio.

Aumentare le entrate per lo Stato significa aumentare le tasse e per l'Italia che ha una delle pressioni fiscali più alta al mondo è improponibile. Altra via è fare un finanziamento da spalmare negli anni successivi. Tale soluzione ha delle ovvie controindicazioni. Fare un debito per coprire un’uscita ha senso solo se si è in grado di pagare negli anni successivi il debito con i relativi interessi, ma ciò presuppone che negli anni successivi si aumentino le entrate ovvero le tasse nel caso dello Stato, o si diminuiscono le spese. Altra soluzione è vendere qualcosa per coprire le spese, ma questo significa avere qualcosa da vendere e che sia facilmente vendibile in tempi brevi. Questa soluzione è per forza di cose temporanea e adatta a sopperire ad un’uscita improvvisa ed imprevista. Se invece si hanno costantemente le mani bucate e ogni anno bisogna vendere i gioielli di famiglia per pagare i debiti, prima o poi finiranno le cose da vendere e non si saprà come pagare le varie spese. La frittata la si può voltare quanto si vuole, ma la realtà è questa.

Il vicepremier Di Maio ha chiesto al ministro dell’economia Tria, di recuperargli qualche miliardo di euro per mantenere le sue fantasmagoriche promesse elettorali, come se si trattasse di recuperare qualche euro dal salvadanaio di casa e affermando che se non si trovano è sufficiente fare debito. Ma come abbiamo visto un debito oggi significa una maggiore spesa domani e dato che non sembra che questo governo abbia intenzione di ridurre le spese, il debito di oggi non può che trasformarsi nelle tasse di domani. Qualche lezione di economia non guasterebbe.

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