I soliti idioti: “Musy servo dei padroni”
13:24 Mercoledì 09 Maggio 2012I Gruppi armati proletari citano l'agguato all'esponente politico torinese nel documento diffuso sulla gambizzazione di Adinolfi. "Autodifesa del proletariato". Poco attendibile
Compare anche il nome di Alberto Musy - il capogruppo del Terzo Polo al Comune di Torino ferito con sei colpi di pistola sotto casa il 21 marzo scorso – nella rivendicazione firmata dai Gap (Gruppi armati proletari) dell'agguato all'amministratore delegato di Ansaldo nucleare, Roberto Adinolfi, gambizzato lunedì a Genova.
La comunicazione è apparsa sul portale internet “Indymedia”: «Oggi 7 maggio 2012, un altro infame rappresentante del capitalismo è stato gambizzato a Genova! La violenza che un pugno di parassiti perpetua contro la classe operaia e le masse popolari inizia a riversarsi contro chi di questa violenza ne ha fatto la sua arma di difesa e di controrivoluzione preventiva». A seguire i riferimenti a Musy: “Mentre questi zelanti servi armati danno prova della loro fedeltà ai loro padroni, altri servi si adoperano per lo stesso scopo magari dai banchi di un tribunale del lavoro, come nel caso dell’assessore Musy (non è mai stato assessore ndr) nonché avvocato consulente e difensore dei banchieri nelle vertenze di mobbing. Nella città della Fiat e delle vittime della Thyssen Krupp, un assessore dell'Udc, avvocato difensore degli intrallazzatori e degli speculatori, è stato preso di mira e colpito da 6 colpi di revolver”.
E infine la chiosa: “Da più parti della politica e degli organi inquirenti – prosegue il documento dei Gruppi armati proletari - ci si stracciava le vesti per evitare che questo atto di giustizia (al di là di chi lo avrebbe commesso) fosse attribuito ad organizzazioni politiche rivoluzionarie perché questo avrebbe potuto fare scattare gesti emulativi o rinnovata fiducia nella possibilità che la lotta armata contro i parassiti potesse riprendere. Tenere nascosta la vera attività di Musy è stato il giochetto dei cani da guardia della borghesia. Un giochetto che però, malgrado non ci siano state rivendicazioni da parte di gruppi rivoluzionari, ha le gambe cortissime, soprattutto se a farlo sono gli stessi che, ad ogni piè sospinto, utilizzano la parola terrorismo per denigrare i movimenti operai o popolari che lottano duramente contro lo sfruttamento e le speculazioni”. Secondo gli inquirenti si tratta di rivendicazioni non attendibili. Gli esperti antiterrorismo dei Carabinieri sostengono che il messaggio firmato GAP comparso sul network indipendente è solo un "attestato di solidarietà" con chi ha realizzato l'agguato di Genova. Idioti, ma nulla di più.