BUCHMESSE

Salone del libro "tutelato", ma non sarà "nazionalizzato"

Il marchio della manifestazione e il patrimonio mobiliare della Fondazione sono un "unico valore culturale". Il ministro Bonisoli però mostra molta prudenza sull'acquisto da parte del ministero: "Chi ne sarà proprietario non è un problema, noi vigileremo"

Il Salone del Libro fa parte del patrimonio culturale, che il Mibact intende “tutelare”. Lo ha precisato il ministro Alberto Bonisoli, a margine dell’inaugurazione della Cappella della Sindone a Torino. “Il fatto di tutelare - ha spiegato - non vuol dire né che stiamo acquistando il marchio o nazionalizzandolo, abbiamo semplicemente detto che, chiunque lo possegga, deve ricordarsi che c’è un unico e che il Salone ha un valore culturale di cui lo Stato si fa garante”. “È un’iniziativa andata avanti per decenni con una grandissima reputazione sopravvissuta anche a vicissitudini di natura economica - ha spiegato il ministro -. Come ministero abbiamo avviato un provvedimento di tutela nei confronti dell’archivio e del patrimonio mobiliare della Fondazione, che vuol dire che riconosciamo che esiste un valore culturale di questo archivio che comprende anche il marchio e che, una volta terminato il processo, sarà una cosa sola. Quindi il marchio non potrà essere separato dall’archivio. Economicamente non dovrebbe esserci questa grande differenza”.

A chi domandava se il ministero intenda partecipare ad una eventuale asta per il marchio, Bonisoli ha spiegato: “Nel caso di tutela uno dei vincoli è che chiunque acquisti un bene sotto tutela deve darne comunicazione e, quindi, il ministero sarà informato di tutti i passaggi di proprietà che ci potranno essere. Chi possiede il marchio - ha detto ancora - non è uno dei primari interessi del ministero, che può fare l’ultima linea di difesa. Nel caso ci fossero situazioni o banalmente nessuno lo volesse il ministero se ne potrà eventualmente occupare. Ma se ci sono altri soggetti che se ne vogliono occupare - ha concluso - noi saremmo contenti”.

Dopo il no, senza se e senza ma, del Comune di Torino e della Regione Piemonte alla proposta del presidente dell’Associazione Italiana Editori Ricardo Franco Levi di un’alleanza con Tempo di Libri, la questione della proprietà del marchio potrebbe avere riflessi sul futuro della kermesse. A partire dalla vicenda dei debiti della Fondazione e dalla quantificazione dei crediti da riconoscere ai creditori , i quali hanno manifestato la loro disponibilità a farsi carico della gestione organizzativa della fiera. Anche le fondazioni bancarie del territorio, in particolare la Crt, hanno garantito il loro sostegno finanziario nel garantire che il marchio resti in mani pubbliche. Un groviglio che le parole del ministro Bonisoli non paiono al momento sbrogliare. Ora si attendono le decisioni del commissario liquidatore Maurizio Gili.

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