LA SACRA RUOTA

Fca ormai è ferma

A novembre altri cinque giornate di cassa integrazione alle Presse di Mirafiori, oltre alle dieci di ottobre. Dal 2 novembre non si produrrà più la Levante. Stessa situazione alla Maserati di Grugliasco. Segnali inquietanti sul futuro degli stabilimenti

Cinque giorni di cassa integrazione alle Presse di Mirafiori a novembre, che si aggiungono alle dieci giornate già annunciate per ottobre. Dopo Grugliasco si ferma anche il sito produttivo di Torino, in attesa che dai vertici del Lingotto, dopo la nomina di Pietro Gorlier, arrivino rassicurazioni sugli stabilimenti torinesi.

Mirafiori si fermerà nei giorni 2, 8, 9, 15 e 16 novembre. Per la Carrozzeria di Mirafiori plant è stata comunicata la sospensione dell’attività produttiva del Maserati Levante per il 2 novembre. “Siamo ormai a bollettini quotidiani: diventa sempre più urgente la convocazione di un tavolo con l’azienda, le organizzazioni sindacali e le istituzioni, a partire dal governo nazionale, per affrontare la situazione in Italia e in particolare a Torino. Servono gli investimenti, nuovi modelli, ogni giorno che passa la situazione diventa più drammatica” commentano Bruno Ieraci e Ugo Bolognesi della Fiom. A Grugliasco, negli stabilimenti che furono della Bertone, l’attività produttiva si fermerà dall’8 al 12 ottobre per tutti i 2.700 dipendenti.

Una situazione di crescente incertezza in cui le ore di lavoro continuano a diminuire senza notizie sui nuovi modelli che Mirafiori e Grugliasco attendono da tempo. Alle richieste giunte a più riprese da istituzioni e sindacati di un confronto, per ora Fca ha risposto con un lungo silenzio, che ancora prosegue. Intanto, secondo i dati della Fim Cisl cresce sempre di più negli stabilimenti italiani il ricorso agli ammortizzatori sociali, che si era ridotto negli anni scorsi e nel primo semestre 2018 interessava poco più dell’8 per cento della forza lavoro a fronte del 27 per cento del 2014.

L’allarme dei sindacati arriva dopo le ultime comunicazioni dell’azienda con il nuovo stop alla Maserati di Grugliasco, dove la fabbrica rimarrà chiusa anche la prossima settimana raggiungendo i 76 giorni di chiusura su 150 giorni teorici di lavoro dall’inizio dell’anno. Situazione preoccupante anche all’Automotive Ligthing di Venaria, gruppo Magneti Marelli in cui sono impiegate 850 persone, che produce proiettori per automobili e non aveva mai fermato gli impianti. L’azienda ha comunicato che utilizzerà la cassa dal 29 ottobre al 2 novembre e che per tutto il mese prossimo si lavorerà solo 32 ore settimanali utilizzando quindi 8 ore di cassa. In Comau è stata aperta una procedura di mobilità per 72 lavoratori dello stabilimento di Grugliasco, che interesserà, solo su base volontaria e con incentivo, chi raggiungerà la pensione entro due anni. “Nessun esubero strutturale – prova a tranquillizzare Claudio Chiarle della Fim Cisl - ma un cambio mix generazionale. Anzi in Comau crescerà l’occupazione anche con i prestiti da altri stabilimenti Fca”.

Le fermate colpiscono la maggior parte delle fabbriche. A Cassino la cassa integrazione ordinaria interesserà i 4.069 lavoratori dal 25 ottobre al 3 novembre. A Pomigliano, secondo dati della Fiom, da inizio anno ci sono stati 17 giorni di fermo con 15.300 Panda in meno prodotte.

I sindacati temono anche un aumento dei contratti di solidarietà a Melfi, già colpita dall'uscita di produzione della Punto. Per Michele De Palma, responsabile Auto della Fiom, “è allarme rosso. Il governo deve convocare urgentemente azienda e sindacati”. “Ci preoccupa la flessione dei volumi e l’aumento della cassa integrazione. È urgente incontrare l’ad Mike Manley e affrontare il problema soprattutto per Mirafiori e Pomigliano, dove gli ammortizzatori scadranno tra un anno perché se non si conosce la tempistica degli investimenti c’è il rischio che la situazione si aggravi”, spiega Ferdinando Uliano, segretario nazionale della Fim.

“Da giugno quando è stato presentato il piano - ricorda Rocco Palombella, segretario generale della Uilm - sollecitiamo l'incontro con i vertici di Fca, il nuovo ad e il responsabile delle attività europee. Vogliamo sapere se gli investimenti sono confermati e come s’intende procedere”. “L'aumento della cassa integrazione - osserva Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic - è dovuto in parte all'inizio dei lavori di ristrutturazione per i nuovi modelli, come a Melfi, in parte alla stagionalità dei prodotti e al ciclo economico. Siamo preoccupati, chiediamo che al più presto l'azienda ci dia un aggiornamento del piano industriale”.

Preoccupazioni condivise anche con i padroni: “Il settore più in difficoltà è l’auto, il mercato peggiora. Siamo molto preoccupati” poiché “anche Fca ha registrato dati fortemente negativi” afferma il presidente degli industriali di Torino, Dario Gallina. “Spero che il nuovo management confermi la presenza a Torino e gli investimenti anche su ricerca e nuove tecnologie – conclude -. Siamo disponibili a dialogare con il responsabile delle attività europee Gorlier. Aziende e filiera hanno bisogno degli investimenti di Fca”.

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