Bivacco estremista alla residenza universitaria

Da mesi un manipolo di studenti occupa l’edificio di via Verdi e l'ha trasformato in un centro sociale. Feste, musica assordante, fiumi di alcol e il solito armamentario protestatario

Un nuovo centro sociale si è ultimamente aggiunto nella peraltro già ragguardevole toponomastica dell’antagonismo casalingo. L’indirizzo è via Verdi 15, Torino, nei locali della residenza universitaria, da qualche mese occupata da un manipolo di studenti in segno di protesta «contro i tagli della giunta Cota al diritto allo studio, contro l’introduzione dei prestiti d’onore e contro l’ingresso dei privati nei cda dell’università». Una volta installati hanno trasformato camere, sale studio, aule in un bivacco permanente, 24 su 24, con un viavai di umanità di ogni genere. Impegnati su tutti i fronti del conformismo protestatario – dalle questioni legate alla condizione giovanile e studentesca, al lavoro, all’immigrazione, fino all’immarcescibile alta velocità (la bandiera No Tav svetta da un balcone dell’edificio accanto ad altri striscioni), restano pur sempre dei giovani nel fiore dei loro anni, quindi ogni sera c’è un concerto o un’esibizione di arte varia o una festa irrorata da fiumi di birra e vino e da qualche canna. Insomma, qualsiasi cosa purché rumorosa.

 

Nel più totale disinteresse delle istituzioni – a partire da quella universitaria – e nella più completa indulgenza delle autorità, via Verdi 15 si è trasformato in un ricettacolo delle frange più estreme del movimento studentesco, come hanno confermato le tensioni verificatesi l’altro giorno alla contestazione, promossa proprio dagli occupanti, nei confronti del ministro Francesco Profumo. In quell’occasione un gruppo ha tentato di forzare il blocco delle forze dell’ordine per entrare nella sala dove si svolgeva il convegno. Raggiunta l’uscita secondaria del Centro Congressi del Lingotto hanno ingaggiato uno scontro con la polizia nel quale ha avuto la peggio Nicola Malanga, 23 anni, presidente del Senato Accademico, ferito alla testa. Non paghi si sono poi trasferiti in corteo lungo via Nizza all’ingresso del Salone del libro. Orgogliosi di queste gesta eroiche hanno in programma nei prossimi giorni altre iniziative.

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