Lo Stato vizioso

Tutti i moderni stati occidentali, anche se in misura diversa, hanno apparati di welfare state piuttosto estesi. Tali apparati nascono da una visione paternalistica della società, che si immagina come un infante bisognoso di essere guidato dallo stato mamma. Politicamente si ha il sommarsi della visione statocentrica socialista al paternalismo di alcune correnti conservatrici, con il risultato di uno welfare state in estensione continua che tende a soffocare l’individuo.

Ma se il cittadino è un infante che deve essere portato per mano dallo stato mamma, ci si potrà mai aspettare comportamenti responsabili? Si prenda l’esempio del gioco d’azzardo. Da un lato lo stato italiano lo ha in qualche modo facilitato per incamerare più tasse, dall’altra parte accorgendosi che alcune persone si sono rovinate con il gioco si è inventato una nuova malattia: la ludopatia. Si ha un declassamento del vizio in patologia, trasformando ogni inclinazione positiva o negativa dell’individuo in qualcosa da curare: il cittadino non è un più un individuo responsabile, ma un malato potenziale pronto per essere curato. La società si trasforma in un gigantesco ospedale dove si aggirano persone più o meno malate.

L’estensione del welfare, trasformando il vizio in malattia, indirettamente ne favorisce la diffusione. Se si ha la sanità gratis, anche se ultimamente non è proprio così, perché preoccuparsi di seguire una corretta alimentazione, fare attività fisica, non eccedere con alcool, non usare sostanze stupefacenti e così via. Tanto alla fine c’è lo stato che si prende cura di tutti. Anche la previdenza pubblica ha un effetto deleterio sugli individui che smettono di risparmiare per la pensione, tanto ci sarà lo stato che ci penserà. Tale imprevidenza causa un minore accumulo di risparmio e di conseguenza una minore disponibilità di capitale per le imprese con conseguenze negative sull’economia generale.

Smettere di preoccuparsi per il futuro perché ci pensa mamma – stato, spinge gli individui a concentrarsi sul presente con ovvie conseguenze su scelte individuali e responsabilità. Perché essere responsabili quando c’è qualcuno che pensa per noi? L’assurdo del welfare state è che causa un trasferimento di risorse dalle tasche dei cittadini virtuosi a quelle dei viziosi. Così un onesto padre di famiglia che risparmia, non usa sostanze stupefacenti, non esagera con alcool e non gioca d’azzardo si trova a pagare le tasse per “curare” i vizi altrui. Trasformare i vizi in malattie deresponsabilizza gli individui, favorendo una loro “infatilizzazione” e aumentandone la dipendenza dallo stesso stato che vorrebbe curarli. Una beneficenza privata affidata ad associazioni laiche o religiose è più in grado di distinguere se una persona è veramente bisognosa d’aiuto o semplicemente un individuo che deliberatamente si mette nei guai perché conscio della rete di protezione stesa da mamma-Stato.

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