Avviso di sfratto

Avviso di sfratto. La manifestazione in piazza Castello di sabato 10 novembre segnerà formalmente il punto di non ritorno per il sindaco Appendino e la sua maggioranza in consiglio comunale, tutto nasce dopo la classica goccia che ha fatto traboccare il vaso ovvero la delibera che colloca ideologicamente Torino sulla via di Comune NoTav. Un colpo pressoché mortale alle infrastrutture della Regione e della città che la collocherebbe ai margini geografici, economici e politici non solo dell’Italia ma dell’Europa, un danno economico consistente al già fragile sistema di imprese piemontese che si aggiunge al danno di immagine per la città.

Gli oltre due anni di gestione Appendino, entrata in Comune sull’onda trionfante del ballottaggio vinto all’insegna del cambiamento di cui la città aveva bisogno (a proposito chissà se il trionfo elettorale sarebbe effettivamente stato tale se il Sindaco avesse chiaramente detto, cosa che abilmente non ha fatto, in campagna elettorale che la sua gestione avrebbe bloccato il progetto Tav) hanno di fatto spinto la città indietro di anni facendola pericolosamente vacillare sull’orlo di un declino che sarebbe difficile da recuperare. Le cose a Torino non sono cambiate per nulla, dalla gestione delle periferie alla sicurezza in città, dalle casse in rosso alla tassazione dei cittadini, dalla totale mancanza di trasparenza e meritocrazia nelle nomine fino alle posizioni isolazioniste degli ultimi mesi che hanno fatto sfumare il sogno olimpico di Torino 2016, il cahier de doléances è ben conosciuto e riportato da molti giornali cittadini (siamo felici che insieme alla città si sia finalmente risvegliata anche la stampa sabauda, fino a qualche mese fa abbastanza silente).

Certo ci sono delle attenuanti che debbono necessariamente essere riconosciute ma il sostanziale fallimento delle promesse elettorali, l’atteggiamento da scaricabarile nel dare tutta la colpa alle amministrazioni precedenti prendendosela addirittura con Milano perché “troppo brava” e last but not list la buffonata dell’analisi costi/benefici sulla Tav hanno contribuito a portare all’esasperazione molti cittadini torinesi che si sono come risvegliati e hanno deciso di lasciare a casa per un giorno la “sabaudità” e scendere in piazza per dare un avviso di sfratto al sindaco. L’ampio fronte trasversale presente nella manifestazione di sabato mette l’amministrazione “spalle al muro”, o il sindaco decide di dare una significativa svolta alla sua azione eliminando l’estremismo ideologico ben presente nella sua maggioranza e imboccare la strada dello sviluppo oppure, per il bene della città, sarebbe il caso di chiedere nuovamente la fiducia degli elettori torinesi (sempre ammesso che nell’eventualità remota decidano nuovamente di accordargliela) prima di continuare su un programma per il quale non era stata votata, tertium non datur, per il bene e il futuro di Torino!

*Guglielmo Del Pero, SiAmo Torino

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